Centro Storico di Ragusa Superiore:Da padre Tidona a oggi non è cambiato nulla.

“Cosa o chi dobbiamo ancora aspettare per attivare delle strategie specifiche che
abbiano a che vedere con il rilancio del centro storico superiore di Ragusa? Questa
zona della città è ormai morente, tutti lo sappiamo ma in pochi fanno qualcosa per
cercare di invertire una tendenza deficitaria. Serve una cabina di regia. Siamo pronti a
dare il nostro contributo dalla opposizione”. E’ la riflessione che arriva dal
consigliere comunale Mario D’Asta che prende spunto dalle dichiarazioni rilasciate
in questi ultimi giorni dal parroco della Cattedrale, don Giuseppe Burrafato, sul
giornale della diocesi, Insieme. A commento della pubblicazione di un articolo
dell’allora parroco della Cattedrale, don Carmelo Tidona, risalente a 25 anni fa, in cui
si fotografa la situazione di un quarto di secolo addietro proprio in questa zona della
città, l’attuale parroco, don Burrafato, sottolinea che “sono passati quasi 25 anni e i
problemi allora denunciati sono rimasti tali e quali e si sono ancora aggravati.
Continuiamo a celebrare più funerali che battesimi, la popolazione si è spostata
ancora di più verso la periferia, il patrimonio abitativo si è deteriorato, mancano
servizi essenziali che possano aiutare gli anziani e spazi per lo sport e il tempo libero
dei ragazzi, il verde è carente, i trasporti pubblici insufficienti. Questo denunciava
allora padre Tidona e questa è la situazione di oggi. Abbiamo perso 25 anni”. Questo
quanto dichiarato da don Burrafato e su cui il consigliere D’Asta, a sua volta,
interviene. “Non possono che essere condivisibili queste osservazioni – sottolinea
D’Asta – è, in effetti, quanto ci andiamo dicendo da tempo. Adesso, l’autorevole
intervento della Chiesa locale non fa altro che certificare un disagio. Un disagio che
ormai c’è, esiste da tempo. Ma non ci serve piangere sul latte versato. Dobbiamo,
piuttosto, come fa don Burrafato, analizzare l’esistente e trovare soluzioni. Mi chiedo,

ad esempio, cosa stia facendo l’attuale amministrazione che, insediatasi ormai da otto
mesi, ha avuto tutto il tempo per prendere atto della gravità della situazione e per
avviare una strategia complessiva di rilancio del centro storico. Serve creare un
tavolo, operativo e non solo di confronto, che coinvolga operatori commerciali e
residenti. Il primo passo, ad esempio, dovrebbe essere quello di rendere vigente il
Piano particolareggiato. Che cosa manca? Quali sono gli adempimenti da espletare?
Perché, su questo aspetto, continua ad esserci un silenzio assordante che prosegue
dalla precedente all’attuale amministrazione? Col volume zero, ristrutturare nella
maniera migliore le tante unità abitative esistenti in centro storico potrebbe
rappresentare un valore aggiunto per chi intende rivivere questa parte della città.
Serve fare un censimento degli immobili comunali per affidarsi alle associazioni. E
poi mancano i servizi essenziali, ma lo scriveva già padre Tidona 25 anni fa e da
allora a oggi poco o nulla è cambiato, come le strutture per lo sport, più superfici di
verde attrezzato, strutture sociali per i giovani e per gli anziani e, ancora, strutture per
il tempo libero (quelle che già ci sono risultano essere insufficienti). E, in più,
servirebbe un programma di eventi che, davvero, riuscisse a calamitare i flussi in
quest’area della città anche nei periodi meno gettonati, come quello invernale o
primaverile. Ma aggiungo di più. Si punti sul rilancio del teatro della Concordia e poi
si controllino gli affitti in nero e le condizioni disumane dal punto di vista igienico
sanitario di parecchie abitazioni. La sfida deve essere quella delle riduzioni tributarie
per famiglie e commercianti e, quindi, calmierare i prezzi degli affitti dei locali.
Possono essere poi numerose altre le proposte da prendere in considerazione. Ma se
non si parte, se si fa soltanto un parziale ascolto delle problematiche, se non si
coinvolgono le forze vive della città, rischiamo di rimanere sempre all’anno zero.
Ritengo che si debba ringraziare padre Burrafato per avere riproposto questo articolo
di padre Tidona, che ha puntato l’attenzione anche sul riuso funzionale del tessuto
urbano, e per avere rilanciato il dibattito su una questione che merita di essere posta
immediatamente sotto i riflettori da palazzo dell’Aquila. Le chiacchiere, ormai,
stanno a zero. Sono indispensabili delle soluzioni concrete ed efficaci”.

 

di Redazione07 Feb 2019 18:02
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