Minardo: reimpiegare la linea ferroviaria Scicli Modica Ragusa

La tratta ferroviaria Scicli-Modica-Ragusa ormai in declino, rischia di morire. Considerata un “ramo secco” è dimenticata da tutti anche se attraversa luoghi meravigliosi, pieni di storia, una grande ricchezza italiana che pochi italiani conoscono. Ma una così importante rete di collegamento non può scomparire; è un grande patrimonio per questa parte del sudest della Sicilia:  queste città infatti rappresentano il triangolo del Val di Noto, riconosciuto Bene dell’Umanità, che racchiude un’unica straordinaria opera d’arte.

L’on Minardo ha  presentato un’interrogazione ai Ministri dei BB.CC e Turismo, Infrastrutture e Trasporti ed Economia e Finanze per inserire la suddetta tratta nell’elenco delle linee destinate a diventare ferrovie turistiche grazie alla  LEGGE 9 agosto 2017, n. 128 che reca  “Disposizioni per l’istituzione di ferrovie turistiche  mediante  il reimpiego di linee in disuso o in corso  di  dismissione,  situate  in aree di particolare pregio culturale, naturalistico o archeologico”. Nell’elenco  sono state infatti  istituite in Italia ben 18 linee di cui quattro in Sicilia : Alcantara Randazzo; Castelvetrano-Porto Palo di Menfi; Agrigento Bassa-Porto Empedocle; Noto-Pachino, ma manca proprio la Scicli-Modica-Ragusa.

E’ stato anche chiesto ai Ministri competenti di verificare come sono stati utilizzati i 3 milioni di euro raccolti, grazie alla generosità degli italiani,  attraverso l’iniziativa MaratonArte del 5-6-7 Ottobre 2007, dove era presente anche questa tratta insieme ad altri sei siti culturali italiani e se e quante risorse sono state destinate alla tratta ferroviaria Scicli-Modica-Ragusa ed eventualmente come sono state utilizzate.

In un momento in cui il turismo culturale è in crescita, soprattutto nel Sudest della Sicilia ritengo necessario e fondamentale non far morire questa grande opportunità di sviluppo che potrebbero sfruttare le città di Scicli, Modica e Ragusa. La tratta in questione può incrementare i flussi turistici nel nostro territorio; non per niente attraversa il più grande sito Unesco al mondo caratterizzato dal fascino del paesaggio ibleo: uliveti, distese di carrubi e l’impareggiabile ragnatela di muri a secco.

di Redazione05 Ott 2018 11:10
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