A.A.A. cercasi idee e candidati per le amministrative a Ragusa

Mancano meno di due mesi alle elezioni amministrative, ma la campagna elettorale non decolla. Qualcuno ha fatto appiccire i suoi manifesti, Fb è pieno di post entusiasti, le immagini di profilo, di questo o quel sostenitore, riportano i colori “societari” di questo o quel movimento, ma il grande assente (non per tutti sia chiaro) in queste elezioni sono i programmi. Tutti contro l’attuale amministrazione, tutti alternativi ai 5 Stelle, peccato (fatte le dovute eccezioni) che nessuno sta riuscendo a proporre un’altra idea di città. E’ come se questi benedetti candidati non avessero la minima idea di come e cosa vorrebbero cambiare a Ragusa. E’ possibile? Eppure questi 5, 6 o 8 candidati vivono a Ragusa e perciò dovrebbero avere contezza delle problematiche di questa città, a meno che non vogliono fare i politici perché oggi va di moda. Oltre alle solite parole di circostanza: rinascita, riscatto, solidarietà, uguaglianza, centro storico, cultura (quanta cultura c’è a questo giro), il deserto assoluto o quasi. Sorvoliamo sui 5 stelle che ancora attendono il benestare di un qualche padre padrone, tutti sanno che il candidato è Tringali, ma l’unico a non saperlo sembra proprio lui, ma in fondo ancora c’è tanto, tanto tempo per sciogliere la riserva.

Questa idea che i nostri candidati non abbiano un’idea chiara di come vorrebbero amministrare la città dei tre ponti, diventa sempre più insistente e nessuno sta facendo nulla per smentirla. Non mi spiego altrimenti questo continuo rincorrersi (quasi uno scimmiottamento) nel chiedere al cittadino cosa dovrebbe fare il suo sindaco. Qui le cose sono due: o tutti copiano l’iniziativa fallimentare dei 5 Stelle del concorso di idee o effettivamente non sanno quale strada intraprendere per far rinascere Ragusa. Ora, la democrazia diretta è una bella cosa, un po’ meno gli effetti visto che non abitiamo in una polis, ma a meno di due mesi dalle elezioni mi piacerebbe assistere ad un confronto serrato tra i candidati, piuttosto che vedere questa corsa a chi racimola più pizzini sui più disparati argomenti.

Con questo non vogliamo dire che i candidati sono tutti uguali. C’è chi si nasconde, come abbiamo detto. C’è chi preferisce tornare e ritornare sui due, tre, argomenti che tanta visibilità gli hanno dato in passato e a quelli è rimasto legato, a tal punto da non riuscire a proporre dell’altro. C’è poi chi continua a ricordarci quanti sostenitori ha, quanto fu fulgido il suo passato, non politico, ma evita inspiegabilmente di parlare di problemi e soluzioni. Non vogliamo dire che non abbia contenza di ciò che si dovrebbe fare, ma un fatto è un fatto: si trincera dietro un sacrale silenzio anche quando queste domande gli vengono fatte dai giornalisti. Meglio ricordare i bei tempi andati.
Mi viene il dubbio di esser rimasto indietro ed ancora legato all’importanza dei programmi, che forse sono passati di moda, forse non si usa più provare a convincere il cittadino con argomenti e idee, chissà. Forse, mio malgrado, sarò costretto a ravvedermi e ricordare queste elezioni per un unico motivo: la fiducia! Nel senso, tutti noi abbiamo un programma, ma tu votami sulla fiducia, in seguito, se sarò fortunato, lo scoprirai.

Se così si comportano i leader, ben altra storia va raccontata per i candidati al Consiglio. Ed è una storia trasversale ai colori di bandiera. E’come se ci fosse stato, questa è la mia impressione, un accordo segreto tra i tanti, tantissimi aspiranti politici, un accordo, però, al ribasso. Una sorta di nicitizzazione generale, così tanto per non farla sfigurare. Tutti infatti sono stranamente impegnati a fotografare aiuole, panchine arrugginite, rotatorie abbandonate a se stesse e i cigli delle strade conquistati da ciuffetti d’erba sempre più irriverenti. Adesso non voglio dire che il decoro di una città sia un tratto da trascurare, ma che diventi, specie a questo livello, l’unico argomento di discussione mi smebra un tantino squalificante, per noi elettori e per voi aspiranti politici.

Lo so, ho detto una marea di castronerie e a breve mi stupirete con i vostri programmi, con le vostre idee, con le vostre promesse, con dibattiti e confronti. Magari prenderete pure provvedimenti e irregimenterete i vosti epigoni indirizzandoli e guidandoli sulla strada maestra, che voi, leader, traccerete con invidiabile saggezza. E così si inizierà a parlare finalmente di turismo, di economia, di tasse e tariffe, di acqua pubblica e immondizia, insomma di tutto quello che interessa a noi cittadini, sino ad allora rimaremmo in attesa, certi che il bello deve ancora venire. Nella speranza teniate a mente la lezione di Buzzati: “Il tempo passa e la strada un giorno dovrà pur finire”.

di Redazione17 Apr 2018 16:04
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