Importante convegno sull’Alzheimer a Modica

Successo di pubblico, con tanti operatori del settore e associazioni di volontariato, per il convegno “Caregiver formali ed informali di persone con demenza”, tenuto nei giorni scorsi a Modica. Merito dei temi, affrontati con professionalità e con una umanità che ha ampliato il potere di coinvolgimento degli interventi tenuti dai relatori, motivando in pieno la soddisfazione di Annalisa Baglieri, psicologa e psicoterapeuta del Centro Diurno Alzheimer dell’Asp Ragusa e Maria Dipasquale, presidente Afar, per la riuscita dell’iniziativa. In una situazione che vede l’Alzheimer, patologia devastante, colpire purtroppo sempre di più, la notizia dell’abbandono della ricerca da parte di una nota casa farmaceutica, spesso ricordata durante i lavori, ha destato ovvia,  grande preoccupazione, solo in parte attenuata da alcuni interventi dei relatori riguardo il possibile trattamento con nuovi approcci e protocolli “alternativi” che hanno fatto intravvedere qualche spiraglio. Dai temi trattati, la promozione della ricerca medico-scientifica sulle cause, la cura e l’assistenza all’Alzheimer, è emersa la necessità di una visione diversa, priva dei pregiudizi verso l’Alzhaimer, malattia che ruba la memoria, il ragionamento e la personalità. Tra i momenti più emozionanti e commoventi, il corto “Lettere a mia figlia” del giovane regista Alessio Giuseppe Nuzzo (foto piccola) presente in sala, partito – come ha ricordato – dall’esperienza familiare per iniziare un percorso di approfondimento, quasi un’osservazione sul campo, visitando varie strutture che accolgono questi pazienti per poi  trasferire le loro vite, impresse nella mente, in un corto. “Ho scelto un interprete straordinario come Leo Gullotta per il ruolo di un padre che si rende conto dei sempre più frequenti  momenti “vuoti, neri” e decide di scrivere alla figlia Michela, per non dimenticare quello che era stato. Un uomo, un marito e soprattutto un padre. Il rapporto tra padre e figlia, un tratto amaro che non vuole essere solo un ricordo. Ma l’amore può e riesce a superare qualsiasi barriera, anche quella atroce della perdita della memoria, col dissolversi dei ricordi: un amore che supera i limiti imposti da una patologia che esiste ma si nasconde, l’Alzheimer.» Poi ha trasposto le immagini in parole facendone un libro. “Nello scriverlo –ha rivelato – ho chiuso gli occhi e ho pensato e creduto che il rapporto tra padre e figlia fosse più forte e profondo di quello che ho potuto vedere di persona.”. Chiusura con le parole di due familiari che, come tanti altri, assistono i loro cari in silenzio e amorevole cura, seguite dall’accorata testimonianza di un marito sull’esperienza che sta vivendo accanto alla compagna della sua vita. E’ stata il racconto dell’amarsi ancora, nonostante una  malattia che non dà possibilità di scampo. Un amore forte, senza confini di tempo o di luogo: una unione salda che non teme i sacrifici imposti dalla malattia e riesce quasi a non farli più sentire, grazie all’appagante sensazione di far del bene all’altro e di averlo ancora accanto.

 

di Redazione25 Gen 2018 09:01
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