Workshop sull’olio di oliva a Chiaramonte Gulfi

Nella sala Sciascia di Chiaramonte Gulfi, sede del workshop “L’olio di Oliva – oro verde del Mediterraneo”, elaborata la proposta di un claim che identifichi un olio extravergine di oliva di qualità, con chiari vantaggi sia per il consumatore, messo in condizione di scegliere più consapevolmente un prodotto di grandi proprietà nutraceutiche, sia per il produttore, fornito delle linee guida da seguire nella produzione. Il workshop ospitato dal comune montano, che ha visto ribadita l’antica vocazione per l’olivicoltura di eccellenza, rientrava nel progetto europeo Aristoil, finanziato dal Programma Med 2014/2020, che mette in rete Italia Grecia, Cipro, Spagna e Croazia. L’evento, è stato organizzato da Svi.Med. Onlus, col patrocinio dell’Università di Catania- Dipartimento di agricoltura, alimentazione e ambiente, del Comune di Chiaramonte Gulfi, del Consorzio di tutela dell’Olio Extravergine di oliva DOP Monti Iblei, del Consorzio Chiaramonte Gulfi e dell’Ordine dei Dottori Agronomi e Forestali della Provincia di Ragusa. Mirato a fornire ai produttori un’opportunità per accrescere il valore del loro prodotto, migliorando nello stesso tempo le proprie competenze tecniche ed ampliando la domanda di un olio EVO di qualità da parte del mercato, il seminario ha offerto validi spunti di riflessione al riguardo, venuti dagli interventi di qualificati relatori su aspetti come l’analisi della situazione attuale in Sicilia, le indicazioni europee in merito, le strategie di mercato per trasmettere queste nozioni al consumatore. Di particolare rilievo il carattere cooperativo dell’intero progetto, che comporta la collaborazione dei maggiori paesi produttori di olio del Mediterraneo. Come ribadito da Giovanni Iacono, presidente Svimed “ il convegno è il frutto del lavoro di un anno per la presentazione di due progetti europei rivolti ai produttori di olio: il Progetto Ecolive, sul passaggio dalla produzione convenzionale di olio alla biologica, e il progetto Aristoil per accrescere la qualità dell’olio secondo le norme europee. Svimed ha raccordato questo progetto, molto seguito dai paesi mediterranei, interessati a promuovere un genere di attività che importa un’agricoltura sana e di qualità”. Dai risultati delle analisi su 50 campioni relativi alla molitura 2016, l’olio d’oliva ibleo fa rilevare in più del 65% dei campioni un contenuto di polifenoli superiore a 300mg/kg: pertanto va considerato un alimento nutraceutico, cioè con proprietà medicali, per la prevenzione di alcune malattie, ma anche come antinfiammatorio e per la cura di malattie neurodegenerative. “Risultati – afferma Emilia Arrabito di Svi.Med. – che evidenziano in oltre metà dei campioni una quantità di polifenoli tale da attribuire alle relative produzioni la claim. E che autorizza a sperare che la produzione dell’anno 2017 possa raggiungere anche valori più alti”. Rimane però il problema della giusta scelta tra le tante offerte disponibili sul mercato: “Nell’attesa di individuare una categoria di EVO di alta qualità – spiega Bernardo De Gennaro, Coordinatore Unità di ricerca Progetto “Competitive” dell’ Università di Bari – c’è l’idea di sfruttare l’indicazione salutistica emanata anni fa dall’UE per l’olio EVO, secondo la quale soltanto per gli oli con determinate caratteristiche in termini di contenuto di polifenoli bioattivi è consentito di scrivere sull’etichetta un’indicazione sulla capacità degli stessi di prevenire l’ossidazione della componente lipidica nel sangue. Ma si tratta di claim non facile da comunicare, per cui andranno elaborate informazioni più chiare su come identificare le produzione di Evo che hanno certi requisiti rispetto a quelle che invece non li hanno: stiamo lavorando e ci stiamo confrontando proprio su questo”. Molto interessati e soddisfatti i rappresentanti di Abigem, capofila del progetto Ecolive per la formazione dei produttori di olio di oliva biologico dei Paesi mediterranei, come Turchia, Grecia, Italia e Cipro, impegnati in un corso di formazione rivolto proprio ai formatori, quali produttori ed agricoltori, del settore olivicolo per la transizione dall’olivicoltura convenzionale a quella biologica. Da rilevare anche la presenza dei rappresentanti di alcuni frantoi siciliani, dei due consorzi partner (Consorzio di tutela dell’Olio Extravergine di oliva DOP Monti Iblei e Consorzio Chiaramonte Gulfi) e le buone pratiche dialcuni operatori del settore. Tra questi, l’oleificio Consoli, che recupera e valorizza gli scarti del frantoio attraverso un progetto di ricerca con l’Università di Catania. La sansa è utilizzata per il mangime per animali, mentre i polifenoli sono recuperati dalle acque di scarto per l’industria farmaceutica e degli integratori. Nel corso del seminario è stato anche presentato il libro “L’Olio di Oliva – oro verde del mediterraneo” di Yuko Okuma, con foto di Gianni Mania.


di Redazione09 Set 2017 18:09
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