Città di Ragusa: “Non ci sono le condizioni per continuare, passiamo la mano”

La passione e l’entusiasmo ci sono ancora e restano immutate: se la splendida avventura durata tredici anni è giunta alle battute finali è solo perché non esistono le condizioni, anche minime, per continuare. Noi abbiamo fatto quanto in nostro potere per cercare nuove forze e recuperare, da qualsiasi parte, risorse in grado di sostenere il nostro progetto di rinascita per il calcio a Ragusa. Purtroppo, nonostante gli sforzi, non siamo riusciti nell’intento, con nostro enorme dispiacere: pertanto, chiediamo scusa, ma non è più possibile andare avanti. Siamo abituati ad un certo modo di fare le cose, tirare a campare non ci sta bene: meglio farsi da parte e passare la mano a chiunque voglia (e possa) portare il calcio ragusano i traguardi che la città e la sua storia calcistica meritano. Mi auguro che questo qualcuno si trovi, perché noi siamo costretti a chiudere”. Amaro, accorato, venato di tristezza e di disillusione per un mondo calcistico che non ha certo mostrato il suo lato più edificante, questo è il succo delle dichiarazioni di Giovanni Vitale, presidente del Città di Ragusa, rilasciate nel corso della conferenza stampa ospitata dal bar Savini. Com’era nell’aria, le importanti novità rese note non sono state certo positive per un calcio che rischia, salvo “miracoli” dell’ultima ora, un’altra, tristissima “morte annunciata”. “Innegabile – come ricordato dal vive presidente Angelo Paternò e dal direttore sportivo Massimiliano Vitale – il disinteresse della città per il calcio, al quale abbiamo cercato con tutte le nostre forze di porre rimedio, senza risultati tangibili. Eppure lasciamo una società per la quale è quasi sicuro il ripescaggio in Eccellenza: si direbbe che non siamo stati forti abbastanza per il passo che abbiamo cercato di compiere, ma da parte nostra abbiamo davvero dato il massimo per riuscirci. Durante l’anno siamo stati oggetto di varie ingiustizie, e non riusciamo a capire perché noi, coloro che le hanno subite, dovremmo chiedere scusa al comitato regionale della Figc. Invece questo è quanto ci è stato richiesto da chi avrebbe dovuto provare a tutelarci: noi non abbiamo insultato, abbiamo solo posto domande su dati di fatto. Siamo molto addolorati per come si sta evolvendo la situazione, avremmo voluto che le cose andassero in modo ben diverso. Siamo una società senza debiti, e forse proprio per questa caratteristica, onorevole quanto rara, siamo soliti muoverci con senso di responsabilità e non possiamo certo cambiare il nostro modo di essere di punto in bianco. Di conseguenza, ad un domani senza futuro, abbiamo preferito un addio con tanti bei ricordi dei quali andare orgogliosi. Ringraziamo dirigenti, sponsor, tifosi e il comune che ci hanno sostenuti: l’augurio è che altri possano raccogliere il testimone che noi stiamo lasciando con dispiacere”.  

di Gianni Papa12 Lug 2017 17:07
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