L'Aras licenzia 58 persone su 127 d'organico, è il preludio della fine dell'Aras stessa?

Il Commissario dell’ARAS Sicilia ha comunicato ufficialmente a tutti gli enti preposti ed alle Organizzazioni sindacali regionali di categoria la determinazione dell’ARAS di procedere al licenziamento collettivo di 58 dipendenti su un organico complessivo di 127 unità a tempo indeterminato.
Questa comunicazione è giunta improvvisa ed imprevista sia perché non è passato nemmeno un anno dall’avvio della analoga procedura di licenziamento collettivo che ha ridimensionato gli organici e sia per il contenuto assurdo della decisione.
Le Organizzazioni sindacali hanno immediatamente mandato la richiesta prevista dalla legge 223/91 in ordine alla comunicazione ricevuta per disporre l’incontro urgente volto a verificare le condizioni del ritiro immediato della decisione e per individuare i percorsi alternativi ai licenziamenti minacciati.
Saranno inoltre attivati, il Governo della Regione Sicilia, l’Assemblea Regionale Siciliana e tutti i canali di sensibilizzazione istituzionali per scongiurare questa sciagurata prospettiva.
Ieri a Ragusa si è svolta una Assemblea della Flai Cgil con i lavoratori dell’ARAS di Ragusa con la presenza del segretario regionale della Flai-Cgil Alfio Mannino, del segretario uscente Salvatore Tripi, del delegato regionale ARAS della Flai-Cgil Roberto Galante per discutere della situazione critica presente all’ARAS e valutare le scelte più opportune da assumere.
Dalla discussione è venuta fuori la conferma delle richieste sindacali di contrasto a quello che si configura come uno smantellamento generale della struttura con le conseguenze devastanti sulla zootecnia della Sicilia e ragusana.
Considerato che la zootecnia ragusana rappresenta la grande parte della zootecnia siciliana, questa decisione è per il nostro territorio di devastante portata. Basti pensare che la proposta pensa di eliminare la presenza degli addetti alle attività di campagna in provincia con conseguenze irreparabili per gli allevatori ragusani.
Esce confermata, altresì, la responsabilità gravissima del fallimento di 6 anni di gestione commissariale imposta dall’Associazione Italiana Allevatori e della totale assenza di un progetto di riorganizzazione e di rilancio di un sistema nuovo, evoluto ed efficiente che fornisca servizi adeguati al comparto zootecnico siciliano e riconduca ad una elezione degli organismi democratici dell’Associazione nonché alla gestione diretta degli allevatori, che sono i legittimi proprietari, ad oggi di fatto estromessi.
Il conto del malgoverno dell’Associazione ora non lo devono pagare la zootecnia ragusana e siciliana e i lavoratori con i licenziamenti.

di Redazione10 Nov 2016 11:11
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