Chiesa di Sant’Agata, un gioiello Ibleo tutto da riscoprire

La chiesetta si Sant’Agata, piccola ma antica e magnificente, è stata restituita alla comunità proprio lo scorso fine settimana: un risultato ottimo, frutto del confronto e della collaborazione tra Diocesi, Comune e Soprintendenza ai Beni Culturali; il tutto condito dall’impegno dei membri della Fondazione San Giovanni Battista.

Un risultato importante per la cultura Iblea, poiché la chiesa di Sant’Agata, accostata all’antico convento dei cappuccini all’interno dei Giardini Iblei, è un gioiello di rara bellezza, per varie ragioni: il Trittico dipinto da Pietro Novelli è ciò che richiama maggiormente la vista, con i suoi colori e il suo stile; predomina il legno, con intarsi di un’eleganza invidiabile; ed infine l’organo, perfettamente restaurato (grazie alla sapiente opera della famiglia Bovelacci), le cui note hanno allietato la prima visita dopo tanto tempo, avvenuta ormai venerdì scorso. A suonare le poderose canne dell’organo, il maestro Marco D’Avola, chiamato in causa proprio per l’inaugurazione dell’importante luogo di culto.

Un’inaugurazione in cui tutte le parti coinvolte nel progetto di restauro hanno avuto spazio e tempo per esprimere tutta la soddisfazione per i risultati ottenuti. Tonino Solarino, presidente della FSGB, ha dichiarato: “non saremmo riusciti a completare i lavori nei tempi stabiliti se non avessimo potuto contare su una ottima direzione dei lavori, su tecnici di alto livello e funzionari dei vari enti pubblici coinvolti assetati di soluzioni e non solo di regole. Oltre alla Soprintendenza, al Genio Civile, alla Camera di commercio e ai titolari delle ditte impegnate nei lavori, il plauso va anche alle maestranze che ogni giorno si sono impegnate affinché oggi potessimo vivere questo momento”.

Sull’efficienza della collaborazione istituzionale ha posto l’accento anche il vescovo Carmelo Cuttitta: “il fidanzamento tra la Diocesi ed il Comune di Ragusa ha già prodotto risultati importanti. Mi auguro che si possa proseguire su questa strada al fine di permettere ai tanti visitatori, turisti e fedeli di potere usufruire con continuità dei tanti luoghi di culto presenti tra Ragusa e Ibla che, purtroppo, rimangono inaccessibili per lungo tempo”. Inoltre, il vescovo ha sottolineato che i lavori per la restaurazione della Chiesa di Sant’Agata siano stati in parte finanziati grazie ai proventi dell’otto per mille; in questo modo, “i lavori sono frutto per metà di soldi dati dagli italiani”.

Anche il sindaco di Ragusa Federico Piccitto ha detto la sua in merito all’inaugurazione di Sant’Agata: “piace sottolineare che i lavori non si sono mai fermati, anche grazie alla solerzia e capacità dei tecnici coinvolti. Anche grazie a loro il prezioso Trittico di Pietro Novelli e l’intero edificio religioso tornano alla comunità in tutta la loro bellezza. I fondi messi a disposizione dal Comune derivano dalla Legge su Ibla e crediamo di averli impegnati in modo da rispondere alle direttive di questa norma”.

Infine, la parola della Soprintendenza è stata portata dall’architetto Titta Tumino, che oltre a sottolineare ancora la professionalità e la solerzia con cui sono stati portati avanti i lavori, ha affermato che nel restauro di Sant’Agata sono state impiegate anche tecniche poco utilizzate nella nostra zona.

Quella di venerdì scorso è stata anche una serata di premiazioni; infatti, a margine dell’inaugurazione della Chiesa di Sant’Agata, gli aspiranti chef della scuola d’alta cucina Nosco hanno ricevuto i diplomi e alcune borse di studio.

di Redazione08 Ago 2016 11:08
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