La Replica del Comitato “Ragusani nel Fondo”

Pubblichiamo la replica ai nostri articoli inviataci dal Comitato “Ragusani nel Fondo”

“In seguito ad alcuni articoli con cui il vostro giornale ha deriso e dileggiato il comitato di “Ragusani nel Fondo” ci troviamo costretti ad intervenire con una nota.
Vorremmo ricordare a Lei e ai suoi preziosi collaboratori, che il Comitato “Ragusani nel Fondo” nasce nel 2009, dal basso, ad opera di numerosi cittadini, precari, lavoratori, disoccupati e pensionati con l’intento di affrontare questioni e problematiche di cui, a Ragusa, nessuno si è mai occupato.
In questi anni ci siamo occupati di migranti, disoccupazione, disagio sociale, temi ambientali ed altro sempre in maniera del tutto autonoma dalle forze politiche, dalle istituzioni, dalle amministrazioni e sempre autofinanziandoci, non ricevendo dunque mai alcun contributo da nessuno per le nostre attività politiche e sociali.
Ciò che ci preme maggiormente sottolineare con questa nota sono due aspetti del vostro agire che a nostro avviso, hanno dimostrato scorrettezza e scarsa professionalità.
Innanzitutto, avete affrontato la questione di Piazza S. Giovanni e dei fatti accaduti negli ultimi tempi in maniera assolutamente parziale e volutamente allarmistica.
Il punto centrale, per voi, non era quello di “registrare i fatti “ che accadevano, bensì quello di dar voce alle lamentele di alcuni imprenditori del centro storico. Non vi siete posti il problema della mancanza di spazi per i ragazzi dove poter giocare, ma avete puntato i riflettori sul pallone che urta accidentalmente i tavolini dei locali della piazza e infastidisce “il salotto buono di Ragusa”. Così come non vi siete posti il problema del perché sia stato chiuso il centro per anziani del centro storico di Ragusa superiore o del perché nessuno utilizzi la bambinopoli sottostante piazza San Giovanni; forse perché queste cose non fanno notizia mentre riprendere con le telecamere i cani anti-droga della polizia che annusavano i ragazzini spaventati sul sagrato della chiesa sì.
Ecco, a noi questo modo di fare giornalismo non piace.
È secondo noi un giornalismo al servizio del potere, delle istituzioni e delle forze dell’ordine, degli imprenditori e dei preti. É un modo di fare giornalismo che non tiene conto delle possibili conseguenze che una notizia data in un determinato modo può provocare.
Basti pensare che sui social network ogni notizia riguardante il centro storico viene presa a pretesto per far uscire fuori la rabbia di una parte di cittadini contro i migranti, anche se la notizia in sé nulla ha a che vedere con i migranti.
Il secondo esempio della vostra malafede riguarda poi i vostri attacchi gratuiti al nostro comitato.
Un’ora prima dell’inizio dell’assemblea da noi organizzata lo scorso 27 Luglio scrivete testualmente:
“Siamo ben lieti del fatto che anche loro si sono accorti che qualcosina in piazza San Giovanni non andava e non va.” (…) “Non importa se i ragazzi di “Ragusani nel Fondo” se ne sono accorti solo adesso” (…) ed ancora “Chissà, se avessero provato a trovare delle soluzioni a quelle problematiche o ancor meglio se avessero “iniziato a lottare per chiedere più spazi sociali per i ragazzi, più luoghi di aggregazione, più interventi di decoro nel centro torico, più interventi dei servizi sociali per affrontare i gravi disagi che molti cittadini, italiani e stranieri”. (ricordiamo all’illustre giornalista che alcuni membri del comitato sono stati condannati proprio per il tentativo di ridare spazi sociali alla collettività in quella zona della città con i fatti e non “con fiumi di inchiostro).
Ci chiediamo: qual è lo scopo ultimo di un articolo del genere?
Siamo stati gli unici ad organizzare una nostra presenza in piazza, non abbiamo visto nessun rappresentante delle altre forze politiche fare nulla se non qualche comunicato stampa. Eppure voi criticate noi, non chi amministra.
Nell’articolo successivo, dopo aver partecipato all’assemblea, raddrizzate la mira: la nostra colpa è quella di non essere stati tempestivi nell’intervenire e per questo ci avete “bacchettato” come se fossimo ragazzini.
Lo ribadiamo: seppur con i nostri limiti e le nostre esigue risorse, noi siamo intervenuti, gli altri no…eppure attaccate noi! Questi sono solo due esempi che dimostrano uno strano accanimento nei nostri confronti.
Visto che vi sentite autorizzati a “bacchettarci”, a rimproverarci e a darci consigli, vorremmo anche noi dare qualche consiglio a Lei e ai suoi giornalisti.
Nel vostro ultimo articolo, ad esempio, osannate il capogruppo del P.D. al consiglio Comunale perché è intervenuto all’assemblea. Non vi sembra un pò riduttivo? Non credete che il capogruppo del P.D. debba fare qualcosina in più della semplice partecipazione ad un assemblea, tra l’ altro organizzata da altri? Magari la prossima volta potreste chiedergli, sommessamente come è vostro costume fare con i politici, cosa ha fatto in tre anni per il centro storico. Così come potreste chiedere al Sindaco cosa intende fare in merito agli spazi sociali e all’integrazione, invece di organizzargli una tavola rotonda per fargli fare bella figura.
Oppure potreste chiedere al Parroco di San Giovanni quanti soldi incassa la chiesa dai bassi della piazza affittata agli imprenditori e se non era il caso che la chiesa pensasse ad attività sociali per quegli spazi, invece di lasciarlo parlare, sempre durante la tavola rotonda da voi organizzata, del pericolo che si vive nel sagrato della chiesa e dell’opportuna presenza della polizia.
Poi, magari, potreste anche chiedere al Comune di Ragusa e ai Servizi Sociali perché non riescono ad intervenire tempestivamente sui soggetti disagiati, sugli ex carcerati, ecc …
Infine, potreste chiedere al vostro caro amico On. Nello Di Pasquale, ex sindaco di Ragusa, conto e ragione su alcune scelte politiche fatte durante la sua amministrazione, come lo svuotamento del centro storico, la mancata apertura di spazi sociali e tanto altro ancora.
Sappiamo che non farete mai queste domande perché a voi non interessa raccontare i fatti e capire da dove nascono determinati disagi per poterlo poi spiegare ai cittadini in maniera non strumentale.
A voi interessa solo ed esclusivamente che il vostro giornale abbia più contatti degli altri giornali e che i vostri articoli siano i più letti. Insomma un giornalismo che guarda ai like su facebook e che sia sempre ossequioso dei politici di turno e degli imprenditori locali.
Comitato “Ragusani nel Fondo”.

di Redazione29 Lug 2016 19:07
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