Quote rosa. D’Asta e Chiavola: “Piccitto ripristini la legalità o vada a casa”

“Il tempo è scaduto. Trascorsi ormai quasi 5 mesi dalle dimissioni dell’unica donna in Giunta, al sindaco che non rispetta la legge e alla Giunta grillina contra-legem diciamo chiaramente se che non sono in grado di far rispettare le leggi e se nelle loro liste, o tra le loro elette, o nella società civile non riescono a indicare donne, trascurando la rappresentatività di una parte fondamentale della società oltre che dell’elettorato, la soluzione ai loro problemi è molto semplice: si dimettano. Su questo tema, non solo non molleremo di un centimetro trattandosi di una battaglia di civiltà, ma coinvolgeremo la società civile, la città tutta. Su questo tema il Pd alzerà le barricate, perché i principi delle pari opportunità non si proclamano ma si applicano ogni giorno. Anche su questi temi, la rivoluzione grillina non è mai cominciata, anzi si registra l’ennesima involuzione culturale e politica. Chiederemo, tra le altre cose, un incontro al prefetto e alla presidente della Consulta femminile. Ecco perché abbiamo predisposto una diffida ed è in elaborazione una interrogazione consiliare”.
Dure le parole dei consiglieri comunali del Pd, Mario D’Asta e Mario Chiavola, che hanno presentato, questa mattina, con Gianni Lauretta, il segretario del circolo Pippo Tumino, e una consistente rappresentanza di donne democratiche, i contenuti di un provvedimento di diffida in carico al sindaco del Comune di Ragusa, Federico Piccitto. Con l’atto in questione si intima al primo cittadino di porre in essere immediatamente e senza dilazione alcuna, in forza dei poteri a lui conferiti dalla legge, gli atti necessari perché sia attuato il principio costituzionale del riequilibrio fra donne e uomini e della parità democratica nella rappresentanza in seno alla Giunta del Comune di Ragusa, nel rispetto delle norme vigenti. D’Asta e Chiavola, nel corso di una conferenza stampa, hanno anticipato che, in difetto, adiranno le competenti autorità amministrative e giurisdizionali per far declarare la violazione di legge e con essa l’obbligo di ripristinare l’ordinamento violato. L’atto di diffida è stato notificato per quanto di competenza al prefetto di Ragusa, all’assessore regionale alle Autonomie locali della Regione, al dirigente generale del Dipartimento regionale per le Autonomie locali, nella qualità di capo del servizio ispettorato. “La Giunta del Comune di Ragusa – hanno spiegato i due consiglieri democratici – è allo stato composta esclusivamente da uomini. Viene quindi manifestamente violato il principio costituzionale – cogente e immediatamente vincolante – del riequilibrio fra donne e uomini e della parità democratica nella rappresentanza, nonché le inderogabili disposizioni della vigente legislazione ordinaria e regionale che ne costituiscono specifica attuazione. In altri termini, il nostro ordinamento, come citano alcune recenti sentenze del Tar, pone il riequilibrio fra donne e uomini in generale e il principio della c.d. parità democratica nella rappresentanza, in particolare, come valori fondanti del nostro sistema ordinamentale e in detto contesto costituzionale si colloca il trend normativo che in questi ultimi anni, a livello sia primario che secondario, si caratterizza per l’introduzione di numerose prescrizioni orientate all’attuazione dell’obiettivo delle pari opportunità”. Al fine di attuare la previsione costituzionale del riequilibrio fra donne e uomini e della c.d. parità democratica nella rappresentanza, è intervenuto anche il legislatore siciliano, che tra l’altro con l’articolo 3 comma 1 della legge regionale 6/2011 ha sostituito il comma 4 dell’articolo 12 della legge regionale 7/1992, stabilendo che “…la giunta è composta in modo da garantire la rappresentanza di entrambi i generi…”. “Con tale disposizione – dicono ancora i due consiglieri del Pd – che deve intendersi richiamata anche nello Statuto del Comune di Ragusa in virtù del rinvio dinamico alla legislazione vigente contenuto al suo articolo 30 quinquies – anche il legislatore regionale ha specificamente escluso un’irragionevole preponderanza di un sesso rispetto all’altro nella composizione della Giunta. E se a breve, dovesse essere recepita la Delrio, come è nelle cose all’Ars, si potrebbe ipotizzare, se entrasse in vigore subito, un ingresso di due o, addirittura, tre donne in giunta. Per questo seguiremo la questione con molta attenzione”. “Non comprendiamo, dunque – concludono i Dem – le ragioni dell’ostinazione da parte del sindaco Piccitto nel non volere nominare una donna. Ci sono così grosse difficoltà, in seno al movimento grillino, nella designazione di un assessore donna chiamata a occuparsi di Cultura? E perché mai una donna non potrebbe occuparsi di Servizi sociali, Sviluppo economico e Università? Possibile che non riescano a trovare nessuno in grado di ricoprire questi delicati compiti? E’ un’altra delle grosse mancanze di questa Giunta municipale a cui, anche con il nostro sollecito, speriamo si possa porre rimedio. Del resto, come stiamo vedendo, è una prescrizione normativa e non certo una facoltà di cui può avvalersi o meno la Giunta municipale. Siamo pronti ad andare sino in fondo per fare valere questo principio di parità tra i generi. Ma è chiaro che la precarietà di questa Giunta è in aumento e assieme a ciò pure il futuro di Ragusa. Ecco perché rimaniamo molto preoccupati”.

di Redazione29 Mar 2016 17:03
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