Terremoto 5 Stelle, ma arrivano Di Maio e Di Battista e quindi?

Oggi alle 11, il Movimento 5 stelle, ha consegnato alla famiglia Guarascio di Vittoria la loro casa, che era stata messa all’asta. Una vicenda tragica, che, molti lo ricorderanno, causò la morte del signor Guarascio, che si diede fuoco nell’estremo tentativo di salvare casa sua.
Il gesto, che certuni hanno bollato scioccamente come becero populismo, non solo risolve una volta per tutte questa vicenda, ma ha anche un altro valore: quello di accendere i riflettori su un tema scottante, quello dell’impignorabilità della prima casa. Un atto simbolico, come scrivono gli stessi pentastellati, “La legge infatti è stata approvata all’unanimità dall’Ars il 22 ottobre del 2014, ma da allora ha fatto pochissima strada a Roma. E’ ora – scrivono – che la legge metta il turbo. Non possiamo permettere che ci siano altri casi Guarascio, cui stiamo pensando di intestare la legge. Renzi non faccia orecchie da mercante, eventuali prossime vittime le avrebbero sulla coscienza lui e la sua maggioranza”. Quindi un’iniziativa doppiamente utile, alla quale va tutto il nostro plauso.

In occasione della consegna ufficiale ai Guarascio, i deputati nazionali Di Maio e Di Battista sono venuti a Vittoria, una visita, come ormai sembra sia divenuta una consuetudine, che segue quella dell’onorevole Cancelleri fatta al sindaco Piccitto. Siamo più che certi, che la venuta in provincia di Ragusa del gotha del Movimento, non sarà sprecata e tutti insieme proveranno a trovare una soluzione alla situazione, ormai quasi tragi-comica, a cui siamo costretti ad assistere in Consiglio comunale, da troppo, troppo tempo.

I fatti sono arcinoti. La maggioranza è in guerra con l’Amministrazione e questa con quella. E così, mentre il sindaco Piccitto e la sua Giunta fanno finta di niente, almeno pubblicamente, gli altri, i consiglieri, fanno mancare sistematicamente il numero legale in Aula, bloccando di fatto l’intera macchina amministrativa del Comune. I consiglieri dei 5 Stelle voglio un rimpasto di Giunta e la testa di Stefano Martorana, di contro, il sindaco, giustamente diremmo, non accetta ricatti di sorta. Bene, però bisogna uscire da questa impasse ed al più presto, ne va del futuro della città.

Senza ironia, speriamo che la venuta di Cancelleri, Di Maio e Di Battista serva a qualcosa, tanto ormai la faccia l’hanno persa. E’ vero il M5S, un po’ in tutta Italia, non sta vivendo uno dei suoi momenti più felici, ma Ragusa non può essere lasciata in balìa delle scaramucce tutte interne alla compagine iblea. La politica è mediazione, è diplomazia, ma se non si capisce questo, se non si vuol accettare questa legge aurea della politica, è proprio il caso che questa Amministrazione segua l’invito rivoltogli, oramai da tempo, dalle opposizioni ossia rimettere il mandato agli elettori.

Cosa potrebbero fare i rappresentanti di Grillo? Trovare una soluzione, meglio se mediata e perciò obbligando le due parti a giungere a più miti consigli, così salverebbero capre e cavoli. Questa opzione sembra alquanto remota, ormai è muro contro muro e nessuno è disposto a fare un passo indietro. E quindi? Bisogna dettare una linea di condotta, se non voglio perdere pure Ragusa. Dare utilitaristicamente ragione ad uno dei due contendenti ed obbligare l’altro ad accettare umilmente la sconfitta. Certo, una strategia propria della vecchia politica, ma tant’è, la politica è la politica e non saranno certo loro a riscriverne le regole con qualche post. Tutto ciò per il bene della città, per il bene del Movimento a Ragusa e del Movimento in Italia.

Due gli scenari: hanno ragione i consiglieri dei 5 Stelle, ha ragione il sindaco.
Nel primo caso, salta Martorana, rimpasto in Giunta, con relativo ingresso di qualche consigliere nella compagine amministrativa. Se ciò avvenisse, Piccitto ne uscirebbe estremamente ridimensionato, mentre i consiglieri non potrebbero più avanzare altre pretese, la figuraccia altrimenti sarebbe colossale. Quale diversità e diversità, si mostrerebbero per quello che sono: figli illegittimi della Prima Repubblica, ma quella più decadente.
Nel secondo caso, Martorana rimane al suo posto, il sindaco dimostra a tutti di essere il comandante in capo, la cui autorità non può essere messa in discussione da nessuno. Ma in questa eventualità quanto durerebbe la pacificazione? Per quanto tempo i “dissidenti” rispetterebbero l’ordine di scuderia? Il Gruppo Misto crescerebbe ulteriormente?

Infine, l’altro nodo irrisolto è quello riguardante la nomina dell’assessore alla Cultura, che deve essere donna a meno che non si rivoluzioni l’intera Giunta e ritorniamo al punto di partenza. E’ evidnete che la palla passa a Di Maio, Di Battista & Co.

di Redazione22 Gen 2016 14:01
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