Quam di Scicli. L’antico gesto del cucire, la poesia contemporanea di Rossana Taormina FOTO D’EPOCA E MAPPE IN MOSTRA PER “IMAGINARY ROUTES” A CURA DI KATIUSCIA POMPILI

Venerdì alle 21.00 l’opening di “Imaginary Routes” la mostra monografica di Rossana Taormina, a cura di Katiuscia Pompili alle Quam di Scicli. Oltre cinquanta opere per la prima grande raccolta dell’autrice palermitana, conosciuta per le foto d’epoca con filo da cucire, con cui le geometriche e spigolose architetture ridanno identità al documento fotografico, ormai usato e inutile.
Nella presentazione critica Katiuscia Pompili, curatrice della mostra, cita la “geografia emozionale” di Giuliana Bruno, “che, in antitesi con l’idea postmoderna di straniamento e allontanamento dal contesto di riferimento, evidenzia un modo nuovo e più emotivo di vivere ed attraversare spazio e tempo”. Fa anche riferimento al concetto di Gerolamo De Michele: “le rovine sono frammenti d’essere defunzionalizzati”, per sottolineare la “nuova funzione culturale e identitaria” delle opere di Rossana Taormina, che rimettono in moto “la Storia senza che questa si perda in un mare di detriti da smaltire”.
È un processo estetico-poetico, quello di Rossana Taormina, che intriga di sapore autentico il gesto dell’azione, aggressiva, sulla foto o cartolina antica che sia. “Un atto sentimentale – lo definisce Antonio Sarnari, di Quam, galleria di riferimento dell’artista – che ridisegna le relazioni tra le cose e i soggetti delle foto o delle mappe”. Un gesto preso a prestito dalla nonna, dice l’autrice, che le ha permesso di instaurare una relazione affettuosa con le immagini del passato, un gesto carico esso stesso di verità, che riporta le immagini a nuove verità.
“Imaginary Routes” raccoglie molti dei primi lavori, tra i più conosciuti, sulle foto di famiglia e sulle cartoline antiche ma propone anche il ciclo “Utopia”, dove l’autrice mette in relazione l’istituzionalità della mappa geografica con isole e città immaginarie; il tutto ancora legato dal filo da cucire. Vi sono poi i lavori del ciclo “Flight”, mappe nautiche usate, su cui vivono stormi infiniti di uccelli blu, a mezz’aria, come in uno spazio intermedio tra spettatore d’oggi ed epoca della mappa; e ancora gli inediti “Anatomy”, lavori in cui ritagli di pubblicazioni di anatomia fanno bella mostra, al posto di borse o cappelli, su foto di nobili donne degli anni Trenta.
Ci sono poi i frottage del ciclo “Superfice”, grandi lavori su tela e su carta, che rappresentano le recenti fatiche. La ricerca di Rossana Taormina conferisce nuovo valore agli oggetti della memoria, usando la relazione estetica e romantica tra i documenti che la testimoniano. Una relazione è un nuovo senso e una nuova verità delle cose; per cui Rossana Taormina, conferendo nuovo senso ai documenti storici, conferisce anche una nuova validità anche a ciò che contenevano, una validità peraltro eterna.

di Redazione03 Ago 2015 18:08
Pubblicità