Parroco della Cattedrale: “Un solo patrono”. Replicano da Ibla: “Menzogne!”

Il casus belli s’è verificato martedì durante la conferenza stampa di presentazione del programma dei festeggiamenti per San Giovanni (27-29 agosto) quando a un collega di un quotidiano è venuto in mente di chiedere dei chiarimenti, ponendo la domanda che, per una sorte di antico pudore, nessuno faceva più da molto tempo: “Ma insomma, il patrono di Ragusa è San Giovanni o San Giorgio?”.
Questione interessante, da parte nostra, visto che ogni volta che qualcuno si è avventurato ad attribuire il titolo di “patrono” all’uno o all’altro si è puntualmente scatenata la polemica. Usare il termine “compatrono”, poi, vuol dire mettere i due Santi sullo stesso piano, il che, per i alcuni devoti, è del tutto inaccettabile, quasi un’offesa da pulire nel sangue. Quello dei devoti altrui, naturalmente.
Ma il parroco della Cattedrale, don Gino Alessi, forse senza immaginare neanche lontanamente a cosa stesse andando incontro, ha risposto alla domanda con una sicumera insospettata, rompendo il tabù: “Nel momento in cui Ragusa è stata fatta diocesi è stato anche deciso che San Giovanni fosse il patrono. D’altra parte è stata Ragusa ibla ad accorparsi a Ragusa superiore”. Apriti cielo!
Giusto il tempo di fare arrivare il quotidiano nelle edicole il giorno dopo e subito il “Comitato dei festeggiamenti di San Giorgio martire” corre a rispondere al parroco con una nota che, anche se assai lunga per i nostri standard, pubblichiamo per intero:

Finalmente! I Sangiovannari, quelli fanatici, “habent papam“. Hanno aspettato più di tre secoli, ma la profezia annunciata nel Settecento (“verrà un tempo che si faranno un papa a modo loro”) sembra essersi realizzata proprio ora. Come se fosse il Papa – si riferiscono a don Alessi, ndr – con atto autoritario, tono categorico e infallibile, che ci lascia stupiti, amareggiati e offesi, abbiamo subito una proclamazione priva di fondamento. Non capiamo il perché.

Il detto siciliano dice: “Scupa nova scruscio fa”. Ma non si può spiegare diversamente: l’intento è di accattivarsi il consenso dei fanatici che puntualmente, come lupi vestiti di agnelli e pieni di livore e di invidia, dopo ogni festa di San Giorgio, scrivono sui giornali denigrando e attaccando la stessa. O forse è semplicemente un modo per riscattarsi, vista la diffusa ondata di protesta e di scontento suscitata dalla sua erezione a parroco della Cattedrale (vedasi commenti su Facebook)? Ma un sospetto ci viene spontaneo: forse quella del parroco di San Giovanni è una “rivincita” contro i Sangiorgiari con i quali ha avuto un passato alquanto burrascoso durante la sua permanenza come cappellano della Chiesa Madre di San Giorgio, chiesa dove lui è stato ordinato diacono e sacerdote e, a quanto pare, dove aspirava a diventare parroco?

Si noti il diverso stile di parroci: quello di S. Giorgio che, nonostante le nostre forti resistenze contrarie, ha voluto, per motivi di pace e di cortesia, che il simulacro di San Giorgio entrasse, giorno 29 maggio, nella chiesa di San Giovanni Battista, e l’attuale parroco della Cattedrale che, non solo ne ha strumentalizzato l’evento per i suoi fini, ma che, dopo l’accoglienza farsa del santo cavaliere, estrae armi da guerra, ormai da lungo tempo sotterrate, capaci di far scoppiare lotte e odi che non si addicono ad un buon ministro di Dio.

Il nostro non vuole essere un intervento polemico, lo facciamo solo perché una menzogna non passi per verità.

Se è vero quello che dice il parroco della cattedrale che il patronato di San Giovanni fu deciso con l’istituzione della Diocesi, cioè nel 1950, se la matematica non è un’opinione, bisogna dedurre che San Giovanni è patrono della città da sessantacinque (65) anni. Evidentemente, egli – il parroco, ndr – che non sappiamo da quale spirito sia ispirato e condotto, non sa, o fa finta di non sapere, che il Battista fu scelto solo ad essere il Patrono della Diocesi. Comunque, sarebbe anche interessante che la Curia esca il documento, se esiste, con cui Sa Giovanni Battista è stato eletto a Patrono della Diocesi. Né si può dire che la scelta a Cattedrale della chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista automaticamente elevi il suo titolare a Patrono. Così non è. Difatti, ad esempio, la Cattedrale di Noto è dedicata a San Nicola, mentre la Patrona è Maria Santissima Della Scala e San Corrado è Patrono della Città, così a Caltagirone, Messina etc. etc.

Ricordiamo, poi, al parroco (ma lui, da quanto si evince, che cosa ne sa di storia civica ragusana?) che quella che veniva chiamata Ragusa Ibla non fu “accorpata” a Ragusa Superiore, ma i due Centri furono riunificati nel 1926, dopo la separazione avvenuta un sessantennio prima, nel 1865, per ritornare ad essere l’unica città. Un precedente analogo, dopo una divisione amministrativa di sette anni, era già avvenuto nel 1703, anno in cui San Giorgio ritornò ad essere l’unico Patrono Principale della Città riunificata insieme a San Gaudenzia compatrona. Inoltre il parroco della cattedrale deve sapere che l’evento della Riunificazione della Città, fu celebrato in modo solenne nel 1997, per il suo 70°, e tanto il sindaco che il vescovo di allora vollero che San Giorgio e San Giovanni, insieme, fossero portati in processione. Per quella occasione, scriveva il vescovo Rizzo sul suo diario, pubblicato nel Bollettino ecclesiastico n. 2 del 1997: “[…]il taglio delle celebrazioni ecclesiali ha avuto come scopo l’accrescimento e il consolidamento del clima di comunione che deve regnare nell’unica città attraverso l’esempio e l’intercessione dei due Comuni Santi Patroni”. Anche il vicariato foraneo redasse il programma della commemorazione e il titolo, con la benedizione del vescovo, così recitava: “Due Patroni, un’unica fede e un’unica Città”. Il vescovo Rizzo ritornò a dire la stessa cosa, in occasione del 300° anniversario del terremoto, prima della processione congiunta dei simulacri di San Giorgio e San Giovanni (cfr . “Come eravamo” 667 su Tele Nova). Non saremmo a questo punto se chi di dovere avesse paternamente e imparzialmente fatto chiarezza.

Per quanto riguarda l’organizzazione delle feste, ognuno ha il diritto di organizzarle come meglio crede. Il parroco vuole che il simulacro di San Giovanni vada da un capo all’altro della città, per confermare con questo giro quello che lui asserisce (forse per paura che così non è), lo faccia pure. A noi non interessa. Però non tolleriamo che qualcuno ci dica che cosa sia cultura e che cosa non lo sia o che la nostra festa sia priva di progetti per l’avvenire. La festa è per tutti e non solo per uno sparuto numero di persone che ne ricava profitto, siano giovani o vecchi. Se è Festa, dobbiamo fare Festa, trascorrendo momenti che allietano il corpo, l’anima e lo spirito. Ne abbiamo anche abbastanza degli ipocriti che ci condannano ma che poi fanno le stesse cose che facciamo noi, addirittura copiandoci.

Dal parroco di S. Giovanni, ce l’aspettavamo, ma quello che più ci rammarica è stata la dichiarazione – se è così come riportata dai giornali – dell’assessore alla cultura, sembrando di parte. Consigliamo all’assessore che, invece di associarsi a chi sciorina menzogne abilmente architettate, si faccia promotrice di verità e faccia conoscere a tutti la vera storia di Ragusa.

Potremmo reclamare il diritto del Patronato di solo S. Giorgio per tutta la Città, e avremmo tutte le carte in regola e i documenti per farlo, ma non vogliamo per non fomentare sterili, inutili e futili campanilismi. Ma la verità storica non si può nascondere: San Giorgio, ab immemorabili, è Patrono di Ragusa, insieme a San Giovanni che lo è dal 1896.

E meno male che non volevano fare polemica!

di Leandro Papa03 Lug 2015 20:07
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