Consorzio universitario ibleo. L’ass. Bonetta: “Deve rifondarsi!”

L’assessore alla Pubblica istruzione del Comune di Vittoria, Gaetano Bonetta, riferendosi alle recenti vicende del Consorzio universitario ibleo, ha dichiarato che “il destino del Consorzio universitario sembra essere arrivato al capolinea”.
“Non sono bastate – ha spiegato Bonetta – la probità legale e le competenze economico-finanziarie del nuovo consiglio d’amministrazione per rilanciare l’istituto che, esangue, lamenta il disimpegno della Provincia e degli altri Comuni iblei che non intendono fornire il sostegno di un tempo. Purtroppo, le varie amministrazioni, provinciale e comunali, non ritorneranno fin quando il consorzio medesimo non muterà pelle e non avvierà una sua rifondazione strategica e istituzionale. Fin quando esso rimarrà un ente assistito e autoreferenziale che pensa a riprodurre se stesso con il danaro pubblico non potrà avere futuro. Per sopravvivere e per rilanciarsi, per riaggregare le risorse dell’area provinciale, nonché per riprendere l’utopico progetto del polo universitario ibleo, il consorzio deve rifondarsi da un punto di vista organizzativo e funzionale e divenire quel necessario fattore di socializzazione dell’alta conoscenza e dei nuovi saperi professionali utili per la necessaria creazione di quel giusto e pertinente capitale umano e culturale, senza il quale oggi è impensabile uscire dalla crisi economica che ci attanaglia. Esso medesimo deve farsi soggetto di formazione, deve acquisire ed esercitare una precipua “intelligenza” formativa. Cosa significa diventare soggetto di formazione e avere un “pensiero” formativo? Significa fare cinque cose, molto ma molto semplici e fra di loro interconnesse: a) modificare lo Statuto e creare un organo scientifico, di studio e di gestione, quale estensore di un piano pluriennale di formazione e quale responsabile istituzionale delle iniziative e delle attività didattiche; b) individuare i fabbisogni d’istruzione universitaria del territorio in relazione al mercato del lavoro e alle nuove professioni intellettuali; c) elaborare un’offerta formativa e porre le basi e le condizioni per realizzarla; d) istituire corsi di studio che si autofinanziano e creano reddito per il mantenimento del consorzio medesimo; e) coinvolgere nella progettualità e nella realizzazione il mondo economico, agricolo, industriale e commerciale. Sarà la creazione di un’offerta formativa alternativa e diversificata, rispondente ai bisogni reali della popolazione iblea e dei suoi giovani, l’unica grande motivazione che può rimettere in moto l’interesse e la partecipazione degli enti comunali. L’attuale offerta, alquanto ristretta, non consente più di coltivare sogni di consolidamento, né di espansione degli insediamenti di studi universitari. Mossi da sano realismo, dobbiamo ammonire che l’orizzonte culturale e formativo, nonché istituzionale, in cui il consorzio dovrebbe muoversi non può più essere quello tradizionale, quello che in Sicilia è già coperto totalmente, addirittura in maniera sovrabbondante, da quattro Università. Non può essere quello dell’inflazionatissima territorializzazione e della moltiplicazione replicante dell’ultimo ventennio del Novecento e che ora lo Stato, e giustamente, sta cercando di eliminare, ricentralizzando e ripolarizzando, privilegiando le grandi aree urbane e gli atenei storici. Deve essere quello dell’innovazione formativa permanente e diversificata. Oggi, come si sa, in ragione della riforma del 1999, l’istruzione universitaria non è costituita soltanto dai corsi di laurea. Contempla anche altri livelli di studio terziario e post-laurea e consente che possano essere creati percorsi di studio specifici con corrispondenti profili professionali. In particolare, oltre a nuove lauree a grande attrattività, possono essere attivati corsi di studio che afferiscono all’area della professionalizzazione, dell’aggiornamento e della formazione in servizio e permanente, quali master, corsi di perfezionamento e di formazione. Infine, è finalmente legale e in grande sviluppo la formazione a distanza, prevalentemente telematica, in forma totale e in forma blended, ovvero mista, con didattica in presenza e on line. È qui che deve accentrarsi l’attenzione delle forze amministrative iblee. È solo nella prospettiva di una formazione ‘leggera’, non pesante da un punto di vista istituzionale, di una formazione rigenerantesi, modificabile, rinnovabile, di una formazione utile ‘ora e subito’ che il consorzio può trovare l’opportunità giusta e reale per riaggregare gli interessi della comunità economica e civile e, quindi, delle sue amministrazioni comunali che rappresentano i bisogni anche formativi dei cittadini che diventano utenti. E non solo! Questa auspicata formazione non deve avere solo una ‘destinazione’ iblea. La sua natura permette altro. Così, deve essere attrattiva anche per utenti non provinciali, deve porsi nel mercato della formazione universitaria ‘senza confini’ e suscitare l’interesse, la fruizione e la frequenza di un’utenza nazionale e, perché no?, internazionale, mediterranea in specie. Solo così potrà autofinanziarsi e produrre reddito per l’istituzione. A fornire il know-how, i contenuti e le competenze didattiche potranno essere le università che vorranno stringere progetti convenzionati con il consorzio per il perseguimento di comuni obiettivi e la realizzazione di condivisi piani formativi”.

di Redazione08 Apr 2015 14:04
Pubblicità