Rizzone (UDC): “Modica è entrata nella logica dell’isolamento politico, territoriale e culturale”

“Il maggior merito per un uomo a capo di una azienda o di una amministrazione è la capacità di destare l’entusiasmo in quanti lo circondano. Non c’è di peggio quando l’uomo, da solo al comando, si sente superiore agli altri e viene messo in discussione il suo atteggiamento di infallibilità. Oggi Modica non ha più una sua identità pluralista di servizi, è solo rimasta una popolazione inerme, alla mercé di un forte quanto inefficace decisionismo e alla mercé anche dei comuni limitrofi”.

E’ quanto afferma in una nota il segretario cittadino dell’Udc, Pepè Rizzone, aggiungendo che “non si possono sprezzantemente rinnegare le culture ed i rapporti con i partiti di cui fino a ieri si è cercato l’appoggio, partiti, al giorno d’oggi, non più legati a teorie anacronistiche e che cercano di equipararsi alla nuova cultura di ristrutturazione, senza subirne le conseguenze. Tutto ciò accade a discapito della citta”. Per Rizzone, non può esistere una forma politica del “fai da te” perché il raccordo con le istituzioni che ci governano è indispensabile per crescere e per difendere i servizi essenziali alla comunità. “La città di Modica – aggiunge ancora il segretario cittadino dell’Udc – è entrata nella logica dell’isolamento politico, territoriale e culturale, rispetto ai periodi che l’hanno sempre vista come attrice protagonista e ben rappresentata a livello regionale e nazionale grazie al legame tra chi l’ha amministrata e i deputati di riferimento. Se analizziamo cosa sta succedendo in questa città ci rendiamo conto che annullare la cultura e le potenzialità di una città è molto semplice, basta prenderle il cuore privandola delle attività e dei servizi peculiari”.
“A tutto ciò – continua Rizzone – si sopperisce con opere di semplice manutenzione che apparentemente gratificano qualcuno ma coprono i grossi problemi. Negli ultimi due anni, Modica è andata incontro a disastri culturali e territoriali come la soppressione del Tribunale, il fallimento del consorzio dei Comuni in cui Modica era presentata come capofila, la mancata partenza dei cantieri di servizio tanto sbandierata e con tanto di graduatorie già stilate. E poi il trasferimento dell’ufficio delle Entrate e non ultima la paventata perdita della Condotta agraria nel prossimo mese di aprile, senza dimenticare l’aumento della tassazione o la diminuzione dei servizi sanitari del poliambulatorio dell’ex Inam, quali la cardiologia e la pneumologia a favore di una piccola frazione dell’hinterland modicano. Cosa si vuole di più? Dove ci porterà questa escalation in negativo? La nostra città rischia di non essere più né protetta né difesa, per le scelte presuntuose e ingrate di chi era convinto che da solo potesse essere l’unico interlocutore nei confronti delle sedi governative regionale e nazionale e che invece oggi non trova né risposte né interlocuzioni”.
“Come Udc, nonostante ciò – conclude Rizzone – continueremo e riprenderemo ad impegnarci come abbiamo sempre fatto a livello regionale con il nostro deputato Orazio Ragusa, nell’interesse della città di Modica”.

di Redazione30 Mar 2015 11:03
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