Territorio: “La Campo si erge a censore della cultura. Nulla di più di quanto accadeva durante il fascismo”

Il sindaco Federico Piccitto si adoperi per sostituire l’assessore alla Cultura, Stefania Campo. In questi quasi due anni di attività non ha certo brillato nel suo rendimento da delegato agli spettacoli e alla cultura, ma il grave, gravissimo errore che ha commesso ieri sera, intromettendosi con una logica di natura politica che sa di caccia alle streghe e di ricerca dell’untore, non può essere tollerato in una società che si definisce civile. Entrare nelle scelte artistiche e nella scaletta dello spettacolo sull’olocausto promosso da un gruppo di giovani di Ragusa è quanto di più aberrante possa accadere. E’ diseducativo per i giovani, è vergognoso perché si tenta di censurare l’arte, è disdicevole perché si interviene a gamba tesa, minacciando di revocare il patrocinio, proprio in una manifestazione che era nata per commemorare le vittime dell’olocausto, cioè dell’oppressione nazista, della violenza e della follia. L’assessore Campo deve essersi confusa e avrà pensato di essere a capo di un rivisitato MinCulPop, il Ministero della Cultura Popolare dell’epoca fascista che revisionava le informazioni e faceva propaganda. La Campo ha evidentemente ritenuto, non si sa in base a quale principio, di ergersi a censore delle opere artistiche del maestro Cilia, quadri e sculture apprezzate da fior di critici in tutta Italia. Cilia, reo di non essersi coraggiosamente allineato ai diktat della nuova Amministrazione grillina, secondo la Campo andava punito impedendo l’esposizione delle sue opere a supporto scenografico dello spettacolo. E per raggiungere questo disegno scandaloso l’assessore Campo ha fatto leva sui ragazzi ventenni che organizzano lo spettacolo adducendo motivazioni davvero ridicole. Ha sostenuto che la presenza delle opere non erano state contemplate nell’iniziale scaletta presentata giorni addietro al Comune quando fu valutato il patrocinio. Ma perché in quella scaletta c’erano anche scritti i brani musicali che si sarebbero scelti per l’evento? C’erano indicati i passi di danza che avrebbe coreografato la coreografa coinvolta? E anche quando ci si volesse appigliare a questa ridicola scusa, le opere di Cilia contro la guerra e che raccontano la mostruosità della morte dell’olocausto per quale motivo sarebbero dovute passare alla valutazione dell’assessore o dei suoi uffici? La Campo ha rovinato uno spettacolo pieno di valori e realizzato da giovani che hanno deciso di impegnarsi per la città. Ma quel che a noi sembra essere più grave, è che ha rovinato l’immagine del Comune, trasformato in ente censore degli artisti invisi. Nulla di più di quanto accadeva nel lontano Medioevo e “appena” 70 anni fa durante il fascismo.

di Redazione30 Gen 2015 10:01
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