Continua la battaglia dei Forconi contro il mercato delle Aste giudiziarie

Venerdì mattina i Forconi saranno a Pozzallo per evvitare lo sfratto esecutivo di un capannone industriale. Vivremo la rappresentazione reale di un’economia che affonda sotto i colpi di uno Stato nemico ed interessato a difendere solo ed esclusivamente i poteri forti.
In materia di esecuzioni immobiliari uno di questi poteri forti ha un volto ed un nome e cognome, si chiama Davide Serra, amico del Premier e titolare di un fondo d’investimento che acquista alle aste immobiliari. Corrado Giuca, imprenditore ragusano nel settore edile, è pronto a tutto ed accanto a lui ci saranno tutte quelle imprese che, con il fiato sul collo, sanno già di dover affrontare lo stesso calvario e le stesse umiliazioni.
Renzi deve scegliere con chi stare e decidere se fermare questa macelleria sociale dei tribunali fallimentari oppure scelga, così come gli viene chiesto dagli speculatori di professione, accelerare i tempi della scomparsa di questa economia delle piccole e medie imprese, stritolate dalla concorrenza sleale, dal fisco e dalle banche. Una guerra, per fortuna solo economica, sotto i colpi della quale i caduti ormai non si contano, ma che nessuno vuole guardare. Questo Governo, così come tutti quelli che seguiranno, deve decidere, se difendere tutto quello che è Made in Italy o abbandonarlo al suo destino, combattendo contro la concorrenza di Cina, America e nord-Africa, in un campo di battaglia ad armi assolutamente impari. E così come in Sicilia, nella stessa identica misura, in tutto il resto del territorio nazionale. Non può il Governo di un paese giocare, come sta facendo, a far finta che tutto stia andando per il meglio, è l’esatto contrario di quello che serve ad un imprenditore che si scontra con la realtà e si accorge essere assai diversa. Le centinaia di migliaia di signor Giuca d’Italia rimangono sempre in attesa di vedere provvedimenti più volte richiesti, condivisi da tutti, ma mai realizzati. Quando smetteremo di vestire i panni dell’ottimismo sconclusionato e ci immergeremo nella nostra dura realtà, solo quello sarà il momento in cui le nostre istituzioni ricominceranno a crescere in credibilità, solo allora questo paese potrà ripartire nella strada dello sviluppo. Prima lo faranno e meglio sarà per tutti.

di Redazione14 Gen 2015 10:01
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