Sala del Commiato. Livio Tumino (Lab. 2.0): “I tempi oramai sono maturi per compiere un passo di civiltà”

E’ sempre più diffusa nel nostro paese l’istituzione di Sale del Commiato, vale a dire imprese commerciali che istituiscono consoni luoghi in cui è possibile esporre le salme ed usufruire di servizi collaterali, quali ad esempio la somministrazione di alimenti e bevande, la celebrazione di riti funebri religiosi oppure laici.

“Il regolamento di polizia mortuaria del Comune di Ragusa, approvato nel lontano 1985, dà ai familiari la possibilità – ricorda Livio Tumino, vicepresidente del Laboratorio politico culturale 2.0 – di vegliare la salma soltanto nell’abitazione, prevedendo la possibilità del Comune di istituire depositi di osservazione presso ospedali o altri istituti sanitari ovvero in particolari edifici rispondenti allo scopo per ubicazione e requisiti igienici. Da oltre un anno alcuni esponenti del Laboratorio hanno portato silenziosamente avanti questa idea negli uffici comunali, per garantire tanto gli utenti quanto gli imprenditori e rendere perfettamente legale nel nostro territorio un’attività che al momento non lo è. Basta andare a vedere nella vicina Pachino, dove già da più di un anno il Consiglio comunale ha consentito ai soggetti autorizzati allo svolgimento dell’attività funebre l’istituzione di sale del commiato, per capire che non si parla di niente di trascendentale o futuristico, ma solamente di buon senso. Apprendiamo dalla stampa che il sindacato imprese onoranze funebri di Ragusa aderente a Confcommercio, tramite Il presidente Giuseppe Rimmaudo ed il responsabile Giuseppe Campo, ha proposto al Comune di Ragusa di individuare un immobile da destinare a sala del commiato, ‘che dovrebbe essere gestito da un consorzio di cui fanno parte le imprese del settore interessate ad avviare tale percorso’. Salutiamo positivamente – prosegue Tumino – l’apertura verso le sale del commiato da parte del sindacato di CONFCOMMERCIO, tuttavia riteniamo che l’attività non possa essere circoscritta alla gestione di un consorzio, ma debba essere libera come qualsiasi altra attività commerciale, fatti salvi i requisiti di legge. Non vorremmo che, invece di creare nuovi mercati, maggiore concorrenza e quindi migliori servizi e prezzi per l’utenza, con la proposta del sindacato di CONFCOMMERCIO, a prescindere dai buoni propositi dei promotori, si istituisse, poi, nei fatti, una sorta di monopolio o cartello. Chiediamo – conclude il vicepresidente del Laboratorio – all’Amministrazione ed al Consiglio comunale di accogliere l’ordine del giorno che presenteremo tramite il nostro portavoce in Consiglio comunale, Sonia Migliore, che sulla falsa riga di quanto fatto a Pachino, intende dare un forte segnale di civiltà oltre che di tutela del libero mercato”.

di Redazione10 Nov 2014 10:11
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