Convento coperto dall’ailanto, Giannone: ‘Ragusa non merita Ibla’ (Video)

Ha ragione lui: Ragusa non merita Ibla. Certo, questa è la sintesi più estrema di tutta la questione e la proposta, provocatoria, di Gianni Giannone, cioè dividere il Comune in due, a livello amministrativo, creando – o meglio ricreando – il Comune di Ibla e quello di Ragusa, ispira riflessioni non inedite.
Giannone abbiamo imparato a conoscerlo, negli anni, come voce arrabbiata di un quartiere che troppo spesso viene derubricato a semplice salottino, nelle sue strade principali, dimenticandosi che lì, oltre i turisti a passeggio per corso XV Aprile ci son anche dei cittadini che vi risiedono. Oppure viceversa: oltre ai cittadini che vivono nel quartiere barocco, ci sono anche i turisti che si perdono tra i vicoli in cerca di uno scorcio da fotografare.
L’ultima denuncia, che vi proponiamo nell’intervista pubblicata qui di seguito, riguarda il convento di Santa Maria del Gesù, patrimonio dell’Umanità, oggetto da diversi anni di un lungo e dispendioso intervento di restauro che dovrebbe portare il monumento a diventare la nuova sede del Museo Archeologico di Ragusa. Tuttavia, nella sua parte esterna ed a livello di strada (siamo in via Torrenuova) l’accesso al cantiere, apparentemente fermo, è reso impossibile dalla proliferazione incontrollata di una pianta infestante. Ma non solo è impraticabile l’accesso: pure i cartelli che definiscono il convento come patrimonio dell’Umanità o l’indicazione dei lavori in corso oppure, ancora, gli stessi ponteggi del cantiere oltre alla facciata del monumento sono coperti. Si ha l’impressione di essere precipitati nella vallata Santa Domenica.
Sì perché la pianta che tanti danni estetici sta causando, nella più totale disattenzione dell’amministrazione comunale, è la stessa che è proliferata nel polmone verde della nostra città, soffocando la vegetazione autoctona – essa alloctona – e sostituendosi a quella con prepotenza.
E’ l’ailanto, detta anche ‘albero del Paradiso’ il che, sì, la renderebbe semanticamente appropriata ad un convento, se non fosse che si tratta di una specie di pianta originaria della Cina che può crescere e irrobustirsi fino ai 15 metri di altezza e creare qualche danno, palesi quelli estetici in un quartiere che per intero è iscritto nella World Heritage List dell’Unesco.
Nessuno se n’è accorto e i fusti dell’ailanto, già alto un paio di metri, compone la sua trama da piccola foresta.
Allora ritorniamo a Giannone e alla sua proposta: il Comune di Ibla. Esagerato, senza dubbio, ma serve a dare il senso della criticità del luogo. Più volte da queste pagine – spesso anche da Teleiblea – abbiamo suggerito a questa amministrazione e a quelle che sono venute prima, l’istituzione di un assessorato ad hoc. L’Assessore a Ibla dovrebbe occuparsi esclusivamente del centro storico originario della città di Ragusa, con ‘poteri’ speciali in modo da poter intervenire subito sulle varie problematiche rispondendo con prontezza ed efficienza.
Siamo sicuri che si può fare, la voglia è mancata negli anni passati e noi torniamo a proporre questa soluzione sottoponendola all’amministrazione pentastellata. Ci auguriamo che almeno questa volta non rimanga sorda al suggerimento.

di Leandro Papa08 Lug 2014 12:07
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