Vittoria. Emessa un’ordinanza del Tribunale contro uno stalker

Nella giornata di ieri i Carabinieri della Stazione di Vittoria hanno dato esecuzione all’”Ordinanza di applicazione della misura cautelare del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa” emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari di Ragusa concordante con la richiesta effettuata dal Pubblico Ministero sulla base delle risultanze investigative acquisite dai militari della citata Stazione a carico di una 53enne ragusana, ritenuta responsabile, con ripetute condotte persecutorie e vessatorie, sospettando una relazione extraconiugale tra il marito ed una 30enne, nubile, di aver minacciato e molestato quest’ultima, in modo da cagionarle un perdurante stato di ansia e di paura ed un fondato timore per la propria incolumità.
Nello specifico i Carabinieri della Stazione di Vittoria accertavano che l’indagata ha messo in atto una serie di comportamenti pressanti finalizzati ad interferire nella vita privata della donna, destinataria di innumerevoli minacce ed ingiurie, mediante telefonate e messaggi ricevuti sul cellulare o sull’utenza fissa della propria abitazione o della struttura dove la medesima lavorava a Vittoria, di natura diffamatoria oppure “mute”, nonché le ripetute visite effettuate sul posto di lavoro della vittima per chiedere notizie della donna ed accusarla ingiustamente di essere amante del marito. Il contenuto di alcuni messaggi era chiaramente offensivo e particolarmente minaccioso. I carabinieri della Stazione hanno ascoltato tutti i testimoni della vicenda, riscontrando la presenza di innumerevoli telefonate a tutte le ore del giorno e della notte sul cellulare della persona offesa.
A seguito dell’applicazione della misura, alla donna è stato inibita pertanto l’avvicinamento ai luoghi di abitazione ed a quelli di lavoro della vittima, obbligandolo a mantenersi distante nel raggio di trecento metri, con il divieto ulteriore di comunicare con la stessa con qualunque mezzo, anche telematico ed anche con diverse identità. Al termine delle formalità di rito, l’indagata è stata posta a disposizione dell’Autorità Giudiziaria Iblea, davanti la quale dovrà rispondere del reato di atti persecutori (c.d. “stalking”).

Nella giornata di ieri i Carabinieri della Stazione di Vittoria hanno dato esecuzione all’”Ordinanza di applicazione della misura cautelare del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa” emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari di Ragusa concordante con la richiesta effettuata dal Pubblico Ministero sulla base delle risultanze investigative acquisite dai militari della citata Stazione a carico di una 53enne ragusana, ritenuta responsabile, con ripetute condotte persecutorie e vessatorie, sospettando una relazione extraconiugale tra il marito ed una 30enne, nubile, di aver minacciato e molestato quest’ultima, in modo da cagionarle un perdurante stato di ansia e di paura ed un fondato timore per la propria incolumità.
Nello specifico i Carabinieri della Stazione di Vittoria accertavano che l’indagata ha messo in atto una serie di comportamenti pressanti finalizzati ad interferire nella vita privata della donna, destinataria di innumerevoli minacce ed ingiurie, mediante telefonate e messaggi ricevuti sul cellulare o sull’utenza fissa della propria abitazione o della struttura dove la medesima lavorava a Vittoria, di natura diffamatoria oppure “mute”, nonché le ripetute visite effettuate sul posto di lavoro della vittima per chiedere notizie della donna ed accusarla ingiustamente di essere amante del marito. Il contenuto di alcuni messaggi era chiaramente offensivo e particolarmente minaccioso. I carabinieri della Stazione hanno ascoltato tutti i testimoni della vicenda, riscontrando la presenza di innumerevoli telefonate a tutte le ore del giorno e della notte sul cellulare della persona offesa.
A seguito dell’applicazione della misura, alla donna è stato inibita pertanto l’avvicinamento ai luoghi di abitazione ed a quelli di lavoro della vittima, obbligandolo a mantenersi distante nel raggio di trecento metri, con il divieto ulteriore di comunicare con la stessa con qualunque mezzo, anche telematico ed anche con diverse identità. Al termine delle formalità di rito, l’indagata è stata posta a disposizione dell’Autorità Giudiziaria Iblea, davanti la quale dovrà rispondere del reato di atti persecutori (c.d. “stalking”).

di Redazione19 Giu 2014 11:06
Pubblicità