Livio Tumino (Lab. 2.0): “Randello e le ambiguità del sindaco Piccitto”

Era stato richiesto di non politicizzare l’evento, sia nei preamboli informatici che nel discorso di apertura pronunciato da una giovane e tenace ragazza facente parte del comitato.
“Ottimo inizio – ha dichiarato Livio Tumino, vice presidente del Laboratorio 2.0 – seguito da un preciso intervento del dott. Conti, già assessore, che ha tracciato un quadro normativo di riferimento e una cronistoria delle vicende relative al luogo, alla multinazionale coinvolta ed alle pratiche presentate da questa presso gli enti preposti, tra cui il Comune di Ragusa”.
“Dal suo discorso – continua Tuumino – sono emerse chiaramente due informazioni: Che è stato commesso un reato penale di abuso edilizio e che nella scrivania dell’assessore Dimartino, un paio di mesi fa, erano passate delle carte riguardo questa costruzione. Su quest’ultimo punto però il dott. Conti ha preferito non approfondire o infierire, che dir si voglia”.
“Si sono susseguiti una serie di interventi, alcuni davvero interessanti, come quelli di altri esponenti di Legambiente o come quelli di alcuni esponenti politici, che mi hanno lasciato un po’ perplesso dato che sono apparsi più come passerelle che altro, ma l’assemblea molto educatamente ha lasciato a tutti modo di esprimersi senza lesinare applausi per nessuno”.
“Il discorso – prosegue – che mi ha lasciato più meditabondo, è stato quello del sindaco. Per certi versi  è stato estremamente chiaro e ha riscosso il mio consenso quando ha solennemente annunciato che ogni lavoro sarebbe stato interrotto fino all’approvazione del piano spiagge e che nel futuro piano spiagge Randello sarebbe stata esclusa da ogni tipo di costruzione. Quello che tutti volevano sentire.
“Per altri versi, riguardo il parere di massima favorevole rilasciato  dagli uffici e riguardo una delibera del 2009, che sarebbe stata la causa di tutto, non è stato molto convincente. Infatti la delibera in questione non vincola il Comune a dare il parere favorevole. Inoltre il piano spiagge non esiste, non è stato approvato, quindi non ha valore ed è nullo. Se tutto ciò non bastasse, non va dimenticato che randello è un sito di interesse comunitario oltre ad essere identificato come zona 3 nel piano particolareggiato ossia zona di massima tutelata. Per tutti questi motivi il sindaco avrebbe dovuto emanare immediatamente un’ordinanza di sgombero e denunciare alla Procura l’abuso edilizio, non l’ha fatto. Perché? Forse perché ha già rilasciato un qualche parere favorevole? Nella speranza che il sindaco Piccitto faccia tesoro dell’ordine del giorno presentato dalla consigliera comunale Sonia Migliore, tramite il quale si intima questa Amministrazione a non rilasciare alcuna autorizzazione alla società Donnafugata Resort, oltre ad invitarla a porre in essere le misure giuridiche contro la stessa società”.
“Il sindaco, a suo stesso dire, era a conoscenza delle intenzioni del Resort, già da un paio di mesi, dato che era stato pubblicato il progetto all’Albo pretorio e inoltre perché quella delibera, come spiegato dagli stessi esponenti di Legambiente non ha mai avuto nessun valore per una serie di iter burocratici non completati. Allora mi domando, perché è dovuta intervenire la cittadinanza per stoppare questo lavoro? Perché non poteva farlo direttamente l’Amministrazione, dato che ne era a conoscenza con larghissimo anticipo? Perché si dice che la colpa è della delibera quando questa in realtà non c’entra assolutamente nulla? Molte domande che lasciano perplessi soprattutto in funzione delle affermazioni del dott. Conti”.
“Il finale – conclude Livio Tumino – è stato di quelli col botto, un esponente di  Legambiente ha informato l’assemblea e lo stesso sindaco che la Regione ha imposto a questa Amministrazione di demolire entro il 30 Settembre una quarantina di villette abusive costruite nei paraggi, esortando il primo cittadino ad avere coraggio ed assumersi le proprie responsabilità onde evitare di tradire il mandato elettorale. Cosa accadrà?”
di Redazione11 Giu 2014 11:06
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