Prof. Nunzio Lauretta: “Bisogna recuperare il nostro sapere per poterlo monetizzare”

Si è svolto ieri il primo convegno del Laboratorio politico culturale 2.0 dal tema lo “Sviluppo dell’artigianato tessile femminile, tra storia ed etnostoria. Una proposta”.

“Il lab. 2.0 – dichiara Sonia Migliore, aprendo i lavori del convegno – inaugura, stasera, una lunga e fattiva stagione convegnistica, affinché si possa aprire un dibattito in città, sui vari temi che mano a mano affronteremo, e con cui ci si prefigge di lanciare nuove proposte progettuali che possano essere un input importante per la crescita e lo sviluppo socio-culturale ed economico del nostro territorio. Con questo progetto – conclude la Migliore – vogliamo recuperare gli antichi mestieri, che sono un nostro patrimonio di conoscenze ed esperienza, al fine di realizzare delle reali opportunità lavorative. L’idea è quella di dar vita ad una nuova figura professionale, quella del ‘Designer tessile’, capace di ideare e progettare il disegno, tramite le nuove tecnologie, realizzarlo, promuoverlo e quindi venderlo”.

“Questo progetto pensato ed ideato dal professore Nunzio Lauretta e dall’architetto Elio Michelotti – afferma Claudio Castilletti, presidente del Laboratorio 2.0 – non potrà che beneficiare di tutti quegli strumenti che l’Europa ci mette a disposizione, come, ad esempio, ‘Garanzia giovani’. Ma non solo, penso ad un sistema articolato, che, tramite il credito d’imposta, i tirocini formativi e le partnership con le imprese del settore, possano coadiuvare la formazione di queste nuove figure professionali ed aiutarle ad inserirsi nel mercato”.

“Il convegno – prosegue Livio Tumino, vice presidente del Laboratorio 2.0 – parte da un assunto estremamente semplice: recuperare la nostra storia, le nostre tradizioni, le nostre conoscenze, per poterle monetizzare. Non a torto parliamo di un nuovo ‘Rinascimento’. La direzione che stiamo iniziando a tracciare, con questa serie di incontri, convegni e seminari, è volta a creare dei ‘Centri di Eccellenza’, grazie ai quali riuscire a recuperare, innanzitutto, e poi anche reinterpretare le nostre tradizioni, un’operazione che mira ad un unico obiettivo quello di creare un nuovo mercato, capace di divenire un volano per l’economia del nostro territorio. Non dimentichiamo che partiamo avvantaggiati, abbiamo il capitale umano, che è solo nostro. Questa è la nostra peculiarità, la nostra ricchezza, occorre solo formare gli aspiranti designer”.

“Gli effetti nefasti della globalizzazione – interviene il professore Nunzio Lauretta – li stiamo imparando a conoscere sulla nostra pelle. Mi riferisco alla disoccupazione, allo sfruttamento del lavoro, al lavoro nero e alla distruzione del tessuto socio-economico delle nostre città. Penso ai centri commerciali, ai pieni regolatori, sempre meno a misura d’uomo, e al progressivo e conseguenziale spopolamento dei centri storici. Bisogna invertire contro questa tendenza, naturalmente non vogliamo sovvertire un sistema che è molto più grande di noi, sarebbe utopico oltreché sciocco, nessuna rivoluzione, ma di sicuro possiamo dare delle risposte, possiamo contrastare questo stato di cose. In campo lavorativo, non posso non pensare alla valorizzazione del nostro artigianato.
Recuperare questo nostro patrimonio significa, primariamente, dar vita ad un sistema di sviluppo sostenibile e perciò reale. Noi – continua Lauretta – sappiamo da dove veniamo, ma non dove andremo, perciò partiamo da qui, ne abbiamo coscienza e sappiamo che ha un valore. Noi vogliamo recuperare una nostra antica sapienza per poterla tramandare alle nuove generazioni, che hanno bisogno di lavoro, di speranza, di poter ri-iniziare a progettare il proprio futuro. Ecco la costruzione dei Centri di eccellenza, il cui fulcro è il ‘Designer tessile’. Le nuove generazioni vanno educate al “Bello” e in questo caso il Bello fa rima con qualità ed esclusività. Quattro fasi: progettazione, realizzazione, promozione e vendita. La fase della progettazione non può che avvenire tramite l’utilizzo di software specifici. Quindi, questi corsi, oltre ad insegnare come progettare e realizzare il merletto, il punto e croce, i corsetti, la lingerie e l’abbigliamento in genere, comprenderanno anche lezioni di informatica e di marketing. Questo – conclude Lauretta, salutando la platea – è solo il primo appuntamento, la prossima volta, in quello che sarà un vero e proprio seminario, dove parleremo tecnicamente dei corsi e delle possibilità di creare dei nuovi mercati trami il nostro artigianato”.

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di Redazione09 Giu 2014 10:06
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