Congresso interprovinciale della Uil: “Infrastrutture, agricoltura e industria vero traino economia provinciale”

Ragusa – Un’analisi a tutto campo della situazione economica della Provincia di Ragusa e delle sfide che attendono il sindacato. Ma anche proposte e idee per il possibile rilancio. È una relazione densa di contenuti quella del segretario generale della Uil di Ragusa, Giorgio Bandiera, in occasione del 1° Congresso interprovinciale per la Macro area del sud est, Siracusa-Ragusa e Gela, celebrato a Siracusa presso l’Arenella resort di Siracusa alla presenza di 500 delegati. Presenti il segretario regionale Uil Sicilia Claudio Barone e del segretario generale aggiunto, Carmelo Barbagallo, della Uil Nazionale, cui sono state affidate le conclusioni.

Riportiamo i tratti essenziali della relazione di Bandiera.
«Il congresso di unificazione con le province di Siracusa e Gela chiude oggettivamente una storia ultradecennale della UIL ragusana che ci ha visti protagonisti su tutti i fronti delle lotte sindacali per il miglioramento delle condizioni di vita dei lavoratori, aprendo a uno scenario di azione sindacale su un territorio molto più ampio e su una popolazione di riferimento molto più grande. Assieme agli amici di Siracusa e Gela ci appresteremo a unificare le strutture, i servizi, le gestioni; un lavoro che porteremo a compimento con intelligenza, buon senso e gradualità: fondere, con rispetto delle differenze, le azioni e le sintesi possibili tra le tre province, rendendo questo accorpamento un fatto sindacale e politico rilevante, spogliandolo dalle implicazioni semplicemente burocratiche. Non solo crisi dei mercati e destrutturazione dell’economia reale nell’assioma del mancato sviluppo del Sud: la Sicilia vive il disagio dell’imprudenza della propria classe dirigente, delle cattive abitudini di noi cittadini dei nostri molti vizi e delle nostre poche virtù. Se fino all’ anno 2009 la vivacità economica del nostro territorio è stata vettore di sviluppo grazie alle buone pratiche imprenditoriali, negli ultimi 4 anni, la provincia di Ragusa è sprofondata nel baratro delle antiche arretratezze che hanno fatto della Sicilia, storicamente, il Sud del Sud. Una deindustrializzazione strisciante rischia di desertificare il nostro territorio, con ricadute pesantissime sui livelli occupazionali e sulle condizioni di vita della popolazione. Il modello “Ragusa”, quel vasto e diffuso tessuto di piccole e medie imprese che nell’ultimo trentennio era stato il vanto dell’area iblea, si sta lentamente sfaldando sotto i colpi della crisi e della colpevole inazione della classe politica. A Ragusa si estrae il 40% del petrolio siciliano, tutto in conto ENI che , tramite la partecipata ENIMED, produce una ricchezza stimabile –per lo sfruttamento delle risorse del nostro sottosuolo- in 300 milioni di euro l’anno. Fatta salva questa eccellenza dai grandi numeri economici, della grande filiera industriale del petrolio a Ragusa rimane ben poco. Chiude nel 2013 la Ancione spa, azienda leader nel settore dei prodotti bituminosi. La chimica di eni, con Versalis, sconta la criticità delle produzioni di commodities rispetto a un mercato che richiede sempre più prodotti ad alto valore aggiunto. Eni ha più volte dichiarato che il petrolchimico di Ragusa si conferma strategico nel progetto della chimica di Versalis, specie dopo la fermata dei due impianti di Gela e Priolo, annunciando già nel 2013 un programma d’investimenti per 40 milioni di euro, con lo scopo di fortificare le produzioni di politeni. Contenimento della spesa energetica e politiche di rinforzo e affidabilità impianti per il mantenimento degli assetti produttivi e occupazionali nel petrolchimico ragusano. C’è da dire che la mancata realizzazione di tale progetto di spesa sancirebbe il tramonto definitivo della grande industria ragusana. Per quanto riguarda la COLACEM la produzione di cemento è passata da 50 milioni di tonnellate del 2008 fino a 17 milioni di tonnellate nel 2013 e la previsione per gli anni a venire è meno confortante rispetto all’anno precedente, come del resto lo è stata progressivamente ed inesorabilmente in questi ultimi 5 anni.

Il comparto agricolo continua a mantenere inequivocabili segni di vitalità con picchi di eccellenza in alcuni settori in grado da soli di competere con le agricolture del centro e del nord Europa. L’agricoltura rimane il settore più importante dell’ economia ragusana, anche se il 70% delle aziende per rimanere e competere sul mercato ha bisogno di innovazione e propensione a nuovi investimenti. Tra le poche aziende più performanti, ci sono quelle che hanno investito nella cosiddetta green economy e quindi in prodotti e tecnologie verdi. Queste aziende, che nell’anno 2012 sono state 1850 ed hanno impiegato 750 persone pari al 27,8% del totale, sono tra l’altro quelle ad alta percentuale di innovazione ed alta vocazione all’esportazione, proprio i due ambiti economici in cui le nostre aziende registrano le maggiori lacune. Altre aziende che hanno registrato tendenze positive sono quelle gestite dagli under 35 che sempre nell’anno 2012 sono risultate essere 5019 con un saldo di questo specifico segmento pari a + 511.
Una risorsa potrebbe essere il turismo, ma purtroppo non esiste ancora una organica offerta capace di dar vita ad un indotto imprenditoriale significativo. Il nostro turismo, a differenza di quello della provincia di Siracusa è sin troppo connotato come un turismo di nicchia e troppo strettamente legato ai percorsi enogastronomici. Mancano le grosse strutture ricettive unite alla filiera ricreativa fatta di locali notturni e discoteche, come ad esempio avviene a Malta, capaci di promuovere quel turismo di massa che è poi quello dei grandi numeri. Occorre una migliore e più organica organizzazione e pubblicità del nostro patrimonio storico, architettonico e paesaggistico, formulando un’offerta che sia in grado di raggiungere e pretendere nuovi e migliori risultati.
La provincia di Ragusa, da sempre e solo fino a qualche anno addietro, è stato un territorio assolutamente privo di infrastrutture. Dopo anni di battaglie, di convegni, di manifestazioni condotte insieme a CGIL e CISL finalmente oggi il territorio può registrare positivamente la presenza importante e significativa di un aeroporto, come quello di Comiso, che ha superato, in termini di passeggeri, voli e destinazioni, le più rosee previsioni iniziali, tanto da far ben sperare in un ulteriore incremento del volume complessivo. Può inoltre registrare la sostanziale acquisita presenza dell’autoporto di Vittoria ormai in fase di completamento e quindi tra poco capace di contribuire notevolmente alla commercializzazione dei prodotti di uno dei più grandi mercati ortofrutticoli dell’intero mezzogiorno.
Per quanto riguarda il porto di Pozzallo occorrerà vigilare ed accertare la effettiva presenza delle risorse necessaire per l’ampliamento e la messa in sicurezza di questa importante e strategica infrastruttura. Anche il porto turistico di Marina di Ragusa comincia, in un momento di oggettiva difficoltà, ad avere un riscontro positivo in ordine alla presenza diportistica anche stabile proveniente dal Nord Europa e non solo. Continua, invece, ancora oggi a mancare il supporto infrastrutturale di un’autostrada che collega Ragusa a Catania, sebbene da questo punto di vista si scorgono spiragli significativi, e dopo varie vicissitudini iniziate il 03 Marzo 2004 a seguito dell’approvazione dell’ANAS del progetto preliminare e dello studio di impatto ambientale si è assistito ad un lunghissimo e travagliato iter procedurale per il Comitato ristretto di cui faccio parte anche a nome di CGIL e CISL. Dopo anni di sollecitazione di pressioni, di marce lente, viaggi nella capitale da parte del Comitato, con lettera del 29 aprile 2014 il direttore delle concessioni autostradali del ministero delle infrastrutture comunica al comitato l’aggiudicazione definiva dell’affidamento a favore dell’ATI (Simec spa, Egis Projet spa e la Tecnis).Attendiamo la firma della convenzione, così come dichiarato dal ministro Lupi in occasione di una sua visita a Ragusa, prima del 30 Giugno 2014,data ultima per non perdere i finanziamenti pubblici. I lavori relativi all’altra importante arteria autostradale, SIRACUSA-GELA, stanno per essere consegnati nel tratto Rosolini- Modica ai lotti 6-7-8, pertanto, stiamo per tagliare intanto un traguardo storico che è quello di interrompere l’atavico isolamento ragusano privo ancora oggi di un solo metro di autostrada e dovremo impegnarci a fondo affinché si trovino le risorse per il completamento dell’intera opera. Il tutto per rilanciare l’economia del nostro territorio, motrice e vero traino per il PIL dell’intera Isola».
I delegati hanno votato all’unanimità la composizione della nuova struttura confederale Uil che per i territori di Siracusa, Ragusa, e Gela sarà così rappresentata: Stefano Munafò segretario generale, Giorgio Bandiera segretario generale aggiunto, Silvio Ruggeri, segretario.

di Redazione28 Mag 2014 08:05
Pubblicità