In ricordo del senatore Moltisanti

moltisantiDioniso Moltisanti fu sempre e comunque un uomo del fare. Nel periodo del ventennio da Podestà, sulla scena politica della Repubblica democratica da senatore.
Nessun cambio di rotta, nessun ripensamento o revisione: rimase coerentemente fermo, sino alla fine dei suoi giorni, ai suoi ideali di famiglia, di Patria, di libertà e di giustizia operando all’interno di un partito scomodo come il Movimento sociale italiano.
Il momento di riflessione tenutosi in suo onore, ieri sera alla “Sciabica” di Ispica in occasione dei cinquant’anni dalla morte – patrocinato dalla Città di Ispica e sotto l’Alto patrocinio del Senato della Repubblica – ci ha restituito un’immagine antica e nobile del modo di fare politica di una certa classe dirigente nata e sviluppatasi nel dopoguerra e che tanto contribuì alla rinascita dei territori amministrati.
Il sindaco di Ispica, avv. Piero Rustico il prof. Saverio Terranova che ha tenuto la commemorazione ufficiale, gli onorevoli Nicola Bono, Nello Musumeci e Enzo Trantino hanno fornito uno spaccato di una personalità poco nota alle giovani generazioni che ieri sera, affollando la platea, si saranno resi conto che una ragione ben solida e precisa sta nella aggettivazione di Nisi Moltisanti come “senatore del popolo”.
Persona moralmente integra nella vita privata e in quella pubblica – viaggiava in pullman pretendendo il pagamento del biglietto per raggiungere l’aeroporto di Catania e rifiutando ogni prebenda legata alla funzione – si spese per elevare la qualità della vita della comunità ora amministrata (da Podestà e poi da Preside della provincia regionale di Ragusa e da sindaco di Ispica) ora rappresentata (da senatore della Repubblica della terza e della quarta legislatura) in un periodo particolarmente difficile per la vita del Paese. Il tributo che gli fu riservato alla sua morte dal popolo testimonia, ancora oggi grazie al ricordo del cinquantesimo dalla morte, compiutamente l’opera svolta, il sacrificio offerto e il prezzo più alto pagato per servire la comunità. “Il fascismo pacioso”, di cui si è parlato ieri sera, è la connotazione più singolare per un uomo tollerante con i dissidenti e gli avversari politici mai oggetto di polemiche o di attacchi personali.
Per Dionisio Moltisanti gli avversari politici erano i problemi della gente che andavano affrontati e risolti anche quando riguardassero tematiche fuori dal suo collegio elettorale, quello di Noto in cui veniva eletto.
Tra i fili dei ricordi e degli aneddoti la commemorazione si è trasformata nella festa della buona politica. Tutti i relatori hanno sottolineato il vigore dell’azione politica di Dionisio Moltisanti per la bonifica delle terre, fonti di malaria, per assicurare la presenza di importanti istituti scolastici nel territorio, per la nascita del porto di Pozzallo e dell’area di sviluppo industriale. Rimane per tutti il suo esempio sul quale hanno costruito carriere politiche straordinarie a cominciare dalla figlia, la senatrice Marisa Moltisanti, e quella poi ancora dei relatori presenti che hanno scritto la storia del Msi e di AN in Sicilia.
L’iniziativa del cinquantesimo dalla morte del sen. Dionisio Moltisanti, si è aperta con una celebrazione eucaristica in un’affollata Basilica di Santa Maria Maggiore. Il Vescovo di Noto, Mons Antonio Staglianò, nella sua omelia, ha sottolineato il valore dell’uomo che deve sfuggire alle tentazioni dell’io e allontanare la tentazione della corruzione per ritrovare se stesso intorno all’amore e alla pietà verso il prossimo secondo il dettato di Papa Francesco. La politica vicina ai principi del Cristianesimo diventa libera, vera e di servizio in favore della gente. Il vescovo ha così concluso: “Questo ha dimostrato l’azione politica e sociale di Dionisio Moltisanti”.
Successivamente nella casa in cui visse, operò e morì, di Via Dante a Ispica è stata scoperta, dalla figlia Marisa e dal Vescovo di Noto, mons. Staglianò, che l’ha benedetta, una lapide rievocativa i cinquant’anni dalla morte nel mentre la banda musicale cittadina ha intonato le note dell’Inno nazionale e quelle del “silenzio”.
“Devo sinceramente ringraziare, commenta alla fine della serata, Marisa Moltisanti, quanti hanno condiviso con me questo momento di celebrazione della figura di mio padre rendendola ancora viva ed attuale grazie al suo modo di fare e di intendere la politica. Un patrimonio di valori che vogliamo tutelare e trasmettere, come abbiamo fatto ieri sera, alle giovani generazioni. Dionisio Moltisanti appartiene ancora al popolo; quel popolo che lo ha sempre amato e gratificato. Per me, se fosse stato possibile scegliersi un padre, avrei scelto lui per quello che è stato e sarà per sempre.”

di Direttore08 Apr 2014 19:04
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