Codice Rosa. Si è concluso il percorso formativo al Guzzardi di Vittoria

La sala conferenza, destinata ad ospitare il terzo modulo del corso “Un Codice Rosa contro la violenza alle donne” si è rivelata insufficiente a contenere i numerosi partecipanti al corso. La scelta di concludere il corso a ridosso dell’otto marzo, “Giornata Internazionale della donna”, ha impresso all’occasione un significato più forte.

Pino Drago, direttore sanitario dell’ospedale Guzzardi di Vittoria, ringraziando i presenti, ha dichiarato: “la presenza di S.E. il vescovo, mons. Paolo Urso, dà un supporto spirituale al percorso formativo che questa Azienda assieme all’Associazione “Donne a Sud” sta portando avanti sul tema della violenza sulle donne. Desidero dare via a questa importante giornata prendendo a prestito le parole del nostro pontefice Papa Francesco: quando parliamo di violenza sulle donne: la pace è un modo di vivere che dovrebbe riguardare tutti gli ambiti della nostra esistenza (ci dovrebbe essere pace nelle relazioni amorose e in quelle di amicizia, nelle relazioni lavorative e in  quelle familiari, ci dovrebbe essere pace nella nostra città ed in tutto il mondo.”

“Il Codice rosa” voluto dal Commissario Aliquò ed elaborato dal dott. Biagio Aprile, responsabile della Qualità, nell’ottobre 2013, è un percorso di accoglienza al Pronto Soccorso dedicato a chi subisce violenza. Non solo donne, ma anche persone che possono trovarsi in una situazione di debolezza e vulnerabilità e i cui segni di violenza subita non sempre risultano evidenti.
L’intervento congiunto della task force interistituzionale, Azienda sanitaria, Procura della Repubblica, magistrati e forze dell’ordine, permette di prestare immediate cure mediche e sostegno psicologico a chi subisce violenza, nel fondamentale rispetto della riservatezza. Alle cure si affianca l’azione sinergica e tempestiva della Procura della Repubblica e delle forze dell’ordine per registrare tutti gli elementi utili, sia per avviare le indagini, sia per monitorare e tenere sotto controllo le situazioni a rischio nei casi di mancata denuncia.

“Il linguaggio dev’essere chiaro – ha dichiarato mons. Paolo Urso – la violenza non fa rima con l’amore. Un amore malato non è amore. La bontà non buonismo. Il buonismo è atteggiamento finalizzato ad ottenere una buona valutazione degli altri, la bontà attiene a chi è sensibile alla sorte degli altri. L’educazione al rispetto va insegnato sin da bambini, in quanto esso si pone in netto contrasto con la violenza.”

di Redazione07 Mar 2014 09:03
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