A Ragusa l’ex Ministro Renato Balduzzi per parlare dei danni causati dal gioco d’azzardo

Renato BalduzziIl gioco fa parte della vita dell’uomo ma quando inizia ad impadronirsi della sua mente e si trasforma in causa di dipendenza patologica sconvolge l’uomo, la sua vita, la sua famiglia e le sue relazioni sociali. In questi anni il fenomeno gioco d’azzardo va allargandosi e noi tutti non possiamo non vedere, non agire, non denunciare: è una piaga che si sta lentamente insinuando nel nostro tessuto sociale. E’ questa la riflessione di partenza della conferenza avente per tema il “Gioco d’azzardo, malattia del nostro tempo” promossa per lunedì 11 novembre, a partire dalle 17,30, nell’auditorium della Camera di commercio di Ragusa, con una presenza illustre, l’on. Renato Balduzzi, già ministro della Salute. L’iniziativa è stata attivata dall’Ufficio diocesano per la Pastorale della Salute e dalla Diocesi di Ragusa in collaborazione con l’Asp 7 oltre che con il supporto dell’Ordine dei medici, della Prefettura di Ragusa, della Polizia di Stato, della Provincia regionale, della conferenza dei sindaci, dell’Ufficio scolastico provinciale e di Confcommercio. Una pluralità di soggetti istituzionali e non solo perché affrontare la problematica non è affatto semplice. Ed anzi è necessario lo sforzo sinergico da parte di tutti. “In seno alla Diocesi di Ragusa – afferma don Giorgio Occhipinti, direttore dell’Ufficio diocesano per la Pastorale della salute – è stato istituito un Osservatorio permanente di cui fanno parte i rappresentanti di tutte le istituzioni per monitorare il fenomeno, organizzare corsi di formazione per i gestori delle sale da gioco, per incontrare e informare gli studenti delle scuole medie inferiori e superiori, per incontrare e informare i fedeli nelle parrocchie, in tutti i centri di aggregazione sociale per far sì che in tutti i Comuni vengano adottati protocolli comuni a tutela dei cittadini”. E’ stato anche stilato un documento in cui la Diocesi e l’Asp di Ragusa, insieme con i componenti dell’Osservatorio permanente provinciale, chiedono allo Stato italiano: applicazione, in maniera restrittiva, dell’art. 7 comma 10 del Decreto Balduzzi; regolamentazione degli spot pubblicitari con abolizione degli stessi nelle fasce protette; aumento della tassazione per i concessionari, esercenti sugli introiti di tutte le attività concernenti il gioco; aumento dei controlli nelle sale da gioco per le verifiche amministrative e la presenza di minorenni; pubblicizzazione della dipendenza da gioco in tutti gli uffici pubblici e strutture sanitarie; cicli di incontri obbligatori di formazione per tutti i docenti e gli studenti delle scuole medie inferiori e superiori sulle dipendenze; regolamentazione dell’accesso ad Internet; sgravi fiscali per chi rinuncia ad installare nei propri locali slot machine e affini.
“Non pretendiamo di chiudere le case da gioco – è specificato ancora nel documento congiunto – ma vogliamo, semplicemente, che siano messe in atto alcune regole per far sì che si attenui il fenomeno. Chiediamo che vi siano requisiti logistici, strutturali, funzionali che limitino il numero delle sale gioco; che siano previste delle fasce protette in cui non ci sia nessuna pubblicità riguardante il gioco; che vi siano limitazioni di accesso nei siti Internet; che i gestori siano veramente formati e responsabilizzati a riconoscere tra i loro clienti quelli più fragili e capaci di indirizzarli verso la rete di protezione dell’Asp; che i concessionari paghino un’aliquota più alta dell’attuale a favore dello Stato (finalizzata a sostenere fondi di ristoro per le famiglie in difficoltà); che la normativa preveda controlli più serrati nelle sale gioco soprattutto a tutela dei minori. Insomma, vogliamo un gioco che sia tale senza distruggere l’esistenza di chi lo pratica. Infatti il gioco senza azzardo dà occasioni di stimoli e di crescita e di aggregazione. Il gioco d’azzardo invece sta trasformandosi, per alcuni soggetti fragili, in un meccanismo distruttivo causa di sofferenza con gravi conseguenze a livello personale (dipendenze compensative, alcol, sedativi, ecc), familiari e sociali”.

di Redazione07 Nov 2013 11:11
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