Per i commercianti orafi un’altra tegola
Nel quadro della manovra in discussione dall’inizio di questa settimana, torna alla ribalta l’ipotesi, annunciata dal ministro Fabrizio Saccomanni al Senato, della volontà del Governo a ridurre ulteriormente il limite per gli acquisti in contanti introdotto dal decreto “Salva Italia”. “Siamo alle solite – afferma Enzo Buscemi, presidente del sindacato provinciale gioiellieri, aderente a Confcommercio, e consigliere nazionale di Federpreziosi – ancora una volta il Governo è contro il commercio e a favore della banche. Già nei mesi scorsi, proprio per le limitazioni legate all’utilizzo del contante, siamo sprofondati rispetto alle altre nazioni all’ultimo posto. E questo non ci sta bene considerato che per il rilancio del commercio e dell’economia la limitazione del contante circolante costituisce un serio danno. In questi mesi, come ha anche rilevato il presidente nazionale di Federpreziosi Confcommercio, Giuseppe Aquilino, si è avuta la conferma del disagio e delle ripercussioni che sapevamo sarebbero derivati da questo provvedimento che in pratica non ha fatto altro che inchiodare le vendite di preziosi. Senza dimenticare la forte discrepanza con le soglie decisamente più alte previste in alcuni Paesi europei anche limitrofi al nostro. Per citare qualche esempio: Belgio 15.000 euro, Danimarca 13.400 euro, Francia 3.000 euro, Romania 2.300 euro, Slovenia 15.000 euro, Spagna 2.500 euro, mentre in altri Paesi non vi è alcun limite. Non possiamo che ribadire le motivazioni e le soluzioni già prospettate per evitare una ulteriore ricaduta negativa sui commercianti orafi e non solo”.
sempre piu’ in basso stiamo cadendo…prima si fa’ la rivoluzione e meglio e per tutti noi…..questi fantomatici governanti fanno quello che vogliono e al popolo lo hanno ridotto alla fame e al regime……la rivolta subito…….!!
Enzo Buscemi omette di dire che limiti più alti sono previsti da paesi che non hanno un tasso di evasione alto quanto il nostro, evasione che deve essere recuperata per far fronte a terzo debito pubblico del mondo senza che ad esso corrisponda la terza economia del mondo. Occhio con questi paragoni decontestualizzati.
Inoltre, non capisco. Premetto che in un momento di crisi come questa non sono d’accordo ad un ulteriore abbassamento della soglia, ma Buscemi sta dicendo forse che i clienti della categoria che rappresenta hanno tutti interesse a non rendere tracciabili i loro acquisti in preziosi? Se è così, perché?