“Codice Rosa”

asp7_logoIl “Codice Rosa”, nasce nell’Azienda Sanitaria Provinciale di Ragusa, come uno dei primi progetti della nostra regione. Un nuovo codice che si aggiunge ai codici bianco, verde e rosso del Pronto Soccorso. Il “Codice Rosa”, è un percorso di accoglienza al Pronto soccorso, dedicato a chi subisce violenza, non solo donne, anche bambini, anziani extracomunitari, omosessuali.
Tutte quelle persone che possono trovarsi in un situazioni di debolezza e vulnerabilità e i cui segni di violenza subita non sempre risultano evidenti. Il “Codice Rosa” viene assegnato da personale appositamente addestrato a riconoscere gli abusi, anche se non apertamente dichiarati. Al “Codice Rosa” è dedicata una apposita stanza al Pronto Soccorso e appena il codice viene attribuito, viene allertata ed entra in funzione una equipe sanitaria (medici, infermieri, psicologi …) e le forze dell’ordine. Viene immediatamente attivato, in un ambiente protetto, nel massimo rispetto della privacy, delle scelte e dei tempi necessari alle vittime, un percorso sanitario di sostegno, teso a fare emergere tutti quegli episodi di violenza che altrimenti rimarrebbero nell’ombra, per il disagio della vittima e per la paura di ritorsioni. Al percorso di cura si affiancherà l’azione sinergica e tempestiva della Procura della Repubblica e delle forze dell’ordine per registrare tutti gli elementi utili per avviare le indagini e per monitorare e tenere sotto controllo le situazioni a rischio, nei casi di mancata denuncia. Infatti la Task Force interistituzionale, tra l’ASP e la Procura Generale della Repubblica di Ragusa, ha permesso la realizzazione di un “Manuale operativo” che contempla la procedura di attivazione del “Codice Rosa”. Inoltre, obiettivo della procedura è quello di fornire, a tutti gli operatori sanitari coinvolti nel percorso, riferimenti chiari e precisi circa: fasi, modalità, responsabilità, obblighi normativi, garantendo, così, alle vittime adeguate informazioni sulla presenza di una rete di aiuto a livello territoriale. “Una sinergia e collaborazione istituzionale, le parole del Procuratore Generale della repubblica dott. C. Petralia, tra l’Asp e la Procura che ha permesso la realizzazione di un progetto che si inserisce in un contesto, già sperimentato di collaborazione tra le istituzioni. Le fasce deboli, quindi, troveranno un supporto, un sostegno nell’affrontare la condizione di grande difficoltà. Il gruppo di lavoro creato con l’ASP e che vede la delle dott.sse Monego e La Placa, dimostra l’attenzione che le istituzioni hanno nei confronti delle fasce deboli. Il Commissario Straordinario, arch. A. Aliquò, ha detto “Ringrazio la Procura di Ragusa e tutti coloro che si sono spesi ed impegnati per la realizzazione di questa procedura “Codice Rosa” che darà l’avvio ad una nuova realtà in grado di fornire assistenza sanitaria, legale e psicologica alle persone deboli. Sono particolarmente orgoglioso perché quello che abbiamo realizzato. E ‘ la prima esperienza in Sicilia, ma anche in Italia non siamo certamente tra gli ultimi. Esistono solo due altre realtà nella regione Toscana”. Infine, la dott.ssa Monego, “Sono sempre più in aumento i fenomeni di violenza e noi incontriamo difficoltà enormi nella gestione, l’ASP diventa per noi un veicolo fondamentale per la gestione di queste situazioni.” Questa nuova realtà organizzativa permetterà di coordinare e mettere in rete le diverse istituzioni e competenze, per dare una risposta efficace già dall’arrivo della vittima al pronto soccorso. I gruppi operativi interistituzionali (Azienda Sanitaria, Procura della Repubblica, Forze dell’ordine) hanno il compito di contribuire al tempestivo riconoscimento e all’emersione dei casi di lesioni derivanti da maltrattamenti o da violenze commesse da terzi, garantendo contestualmente la rapida attivazione degli uffici della Procura della Repubblica. L’obiettivo ultimo è quello di prevenire e contrastare il fenomeno della violenza nelle fasce deboli della popolazione. Fondamentale sarà la creazione di una rete che valorizzi la collaborazione con altri soggetti, medici di famiglia, operatori sanitari, 118, insegnanti, organizzazioni del volontariato e della società, istituzioni pubbliche. Il progetto prevede la formazione quale strumento essenziale per promuovere le conoscenze, condividere le procedure operative, sviluppare la collaborazione e la motivazione all’interno dei gruppi operativi. L’attività formativa progettata su temi specifici, coerente con gli aspetti organizzativi e progettuali, viene assicurata con continuità a livello regionale e aziendale ed è rivolta al personale dei gruppi operativi ed alle “sentinelle” presenti presso le strutture. Inoltre è indispensabile assicurare un rapporto costante con gli educatori e gli studenti sul tema della violenza e sulle molteplici implicazioni che il rapporto fra i generi produce.

di Redazione25 Ott 2013 16:10
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