Museo di palazzo Zacco.Risatine di scherno di sindaco e assessore

sonia-migliore1Un incontro del tutto infruttuoso quello tenutosi nei giorni scorsi a Palazzo dell’Aquila, promosso dall’associazione “Officina 90” e relativo al precedente confronto svoltosi a palazzo Garofalo sul museo del tempo contadino e la rete museale di Ragusa. Lo scopo di tale incontro era quello di motivare le numerose proteste contro l’amministrazione che ha dichiarato di voler “liberare Palazzo Zacco dai musei”. All’appuntamento presso il Comune hanno preso parte molti componenti dell’associazione “Officina 90” tra cui Giovannella Filoramo, Sissi Burtone, Mariagrazia Gionfriddo, Giuseppe Aquila, il comitato tecnico scientifico per la realizzazione della rete museale, con l’arch. Fabio Capuano e la dottoressa Valentina Frasca Caccia, il presidente del Centro servizi culturali Nino Cirnigliaro, l’on. Giorgio Chessari, presidente del Centro studi “Feliciano Rossitto”, il comitato storico del museo che si rifà al compianto Mimì Arezzo rappresentato da Giovanni Ottaviano, Mario Nobile, Enzo Criscione e Turi Iudice. E ancora gli studiosi Giorgio Veninata e Giovani Occhipinti, i rappresentanti dell’associazione culturale “Osud” nella persona dell’avv. Carmelo Sciara e di Patrick Raniolo. L’incontro è stato interpretato dal sindaco e dall’assessore Stefania Campo come un atto da effettuare più per routine che altro. Gli interventi da parte di studiosi, storici e professionisti, infatti, sono sempre stati accompagnati da risatine, smorfie e sberleffi da parte del sindaco e maggiormente dell’assessore ai quali si è aggiunto il prof. Andrea Guastella che sindacava su una materia che non è stata di sua competenza: e quindi, quando si parla di musei, lo imploriamo ad occuparsi del contenuto (ma non in questo caso) e non del contenitore semplicemente perché non è materia sua.
Si è sottovalutata l’esperienza qualificata di professionisti quali: architetti, museologi, museografi, esperti in sviluppo turistico territoriale, storici della tradizione locale e storici dell’arte. A fatica, si è spiegato che il museo del tempo contadino si offre al pubblico spronandone anche lo studio sulle testimonianze materiali e immateriali dell’uomo e del suo ambiente e che esso espone per motivi scientifici, svolgendo in città anche e soprattutto un ruolo didattico che chiaramente fornisce una chiave capace di unire il contenitore, palazzo Zacco appunto, al contenuto che è il museo del tempo contadino.
Neanche presa in considerazione la proposta di continuare la rete museale con l’idea di utilizzare i locali dell’ex biblioteca di via Matteotti come sito del Centro polimuseale per il museo delle “Arti e dei Mestieri” (in memoria di Mimì Arezzo) e delmMuseo “Italia in Africa” che, nel suo attuale sito, non riesce più a contenere i reperti museali. Non capiamo come queste motivazioni restino inascoltate e come non siano recepiti i concetti museologici e museografici del museo di palazzo Zacco che sono risultati evidenti persino alle scolaresche. Tutti gli interventi hanno spiegato e dimostrato che spostare quel museo altrove equivale a snaturarlo dei suoi significati pensati, studiati ed elaborati al fine di completare l’offerta culturale con la realizzazione di una rete museale all’interno della città che in maniera efficace sia capace di promuovere il nostro territorio ma evidentemente l’attuale amministrazione intende come rete solo quella virtuale tralasciando quella reale, quella cioè capace di legare i cittadini al territorio. Ovviamente tutte le proposte della delegazione del mondo culturale e museale, presenti all’incontro, andavano anche e soprattutto nella direzione di ampliare le offerte turistico-culturali all’interno del centro storico cittadino. E’ stato dimostrato come spostare il museo del tempo contadino nel castello di Donnafugata non ha senso in quanto il castello è già di per sé un attrattore turistico e quindi qualsiasi cosa si aggiunga non aumenterà l’interesse del turista. Semmai il castello dev’essere contornato di servizi quali bar, bookshop e altro al fine di poter dare un sostegno qualitativamente superiore al turista e fare produrre un reddito maggiore alla città. Tante ed altre motivazioni sono state date assieme a proposte, tutte o quasi ascoltate con scherno sia da Guastella che dalla Campo per cui, finito l’incontro, abbiamo capito che il principio dell’Amministrazione non è salvaguardare quanto di buono è stato fatto, piuttosto smantellare tutto ciò che esiste. Nonostante tutto le nostre iniziative continueranno coinvolgendo i cittadini a difesa della cultura.

di Redazione21 Ott 2013 11:10
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