Risolto il caso dell’omicidio Digrandi

polizia3Gli uomini della Squadra Mobile, in collaborazione con la Squadra Volanti della Polizia di Stato, hanno sottoposto a fermo di indiziato di delitto, i pregiudicatiCARUSO Giovanni nato a Ragusa il 15.09.1976 (barman) e SCATA’ Alfredo, nato a Ragusa il 27.03.1966 (muratore) in quanto gravemente indiziati di aver commesso in data 18.10.2013 l’omicidio volontario, aggravato dalla premeditazione, di DIGRANDI Salvatore, ragusano incensurato.

Alle ore 23:30 del 18.10.2013 veniva segnalato alla Sala Operativa del 113 un incidente stradale con feriti a Ragusa in Via Mariano Rumor, ma il conducente presentava presumibilmente dei fori di proiettile in testa, così come riferito dal medico del 118 intervenuto per i soccorsi unitamente ai Vigili Urbani per i rilievi.

Sulla scena del crimine, convergevano immediatamente 4 Volanti e 3 equipaggi gli investigatori della Squadra Mobile per attivare immediatamente le indagini ed appurare quanto segnalato. Dagli accertamenti compiuti nelle immediatezze era possibile appurare che il conducente era deceduto a seguito di diversi colpi d’arma da fuoco alla testa, con copiosa fuoriuscita di materia celebrale e sostanze ematiche.

Sul posto si recava immediatamente il Pubblico Ministero di turno, Sost. Proc. Dott.ssa Claudia Maone che unitamente agli uomini della Polizia di Stato appurava che vi era un’autovettura Fiat Punto contro un muro di cinta a seguito di una perdita di aderenza dovuta ad una lunga frenata ed aveva la parte anteriore destra notevolmente danneggiata.

Le attività d’indagine di tipo tradizionale e di tipo tecnico – scientifico hanno permesso di verificare che all’interno dell’auto vi erano tre bossoli, segno che almeno tre dovevano essere i colpi sparati.

Nei pressi del luogo dell’evento, si appurava la presenza di due uomini che dopo l’impatto dell’auto si allontanavano frettolosamente senza prestare soccorso al conducente ed in pochi istanti facevano perdere le loro tracce.

Nell’immediato, avendo rinvenuto il cellulare della persona deceduta, si procedeva ad estrapolare le ultime chiamate ricevute, inviate e perse al fine di appurare quale fosse la vita della vittima e le sue frequentazioni, così come venivano acquisite le immagini degli impianti di videosorveglianza in zona.

Nel contempo gli uomini della Squadra Mobile, attivavano tutti i canali info -investigativi e procedevano a perquisire diversi immobili appartenenti a soggetti sospetti che orbitavano nella vita del defunto, cercando ogni minimo elemento che potesse risultare risolutivo o di aiuto all’indagine.

Le attività proseguivano in tutte le direzioni, difatti gli investigatori in poche ore si determinavano a cercare gli assassini in soggetti vicini alla vittima, senza comunque escludere tutte la altre ipotesi.

La scelta investigativa dava i risultati sperati, difatti Scatà  Alfredo veniva rintracciato in casa con evidenti ferite al volto conseguenza di un importante trauma dovuto all’incidente stradale occorso, prima o dopo l’omicidio.

caruso fotoDa ulteriori controlli e verifiche e dalla attenta conoscenza del territorio da parte degli uomini della Squadra Volanti, è stato possibile appurare che Scatà Alfredo era solito frequentare Caruso Giovanni ( nella foto) in quanto spesso consumavano bevande alcoliche, per altro, entrambi pregiudicati per tentato omicidio; il primo per aver sparato nel 2012 ad un uomo per ucciderlo senza riuscirvi ed il secondo in quanto aveva già accoltellato un uomo molti anni addietro.

Sottoposti ad accertamenti tecnici per il rilevamento delle polveri da sparo da parte della Polizia Scientifica, i due arrestati, sottoposti ad interrogatorio dagli investigatori dal Pubblico Ministero Dott.ssa Maone ed in presenza dei legali di fiducia, illustravano in modo dettagliato tutte le fasi dell’omicidio, cosa che confermava i gravi indizi di colpevolezza fino a quel momento raccolti.

Le perquisizioni domiciliari nelle abitazioni dei due fermati, permettevano di rinvenire a casa di Caruso Giovanni altre due pistole illegalmente detenute e modificate, cosa che le rendeva particolarmente pericolose e che offre ulteriori spunti d’indagine da approfondire.

A seguito di tutti gli elementi di prova raccolti, il Pubblico Ministero emetteva un provvedimento di fermo di indiziati di delitto a carico di Caruso e Scatà che veniva immediatamente eseguito dagli investigatori della Squadra Mobile e dagli operatori della Squadra Volanti, permettendo così, di assicurare alla giustizia due pericolosi criminali.

In seguito alle risultanze investigative, il movente che Caruso Giovanni ha dichiarato è quello di un forte rancore e di un’acredine che è accresciuta negli ultimi anni, poiché, a dire dell’assassino la vittima tre anni addietro lo aveva umiliato buttandolo a terra in un bar a seguito di una discussione per futili motivi, cosa che lui non aveva mai dimenticato.

Ulteriori elementi sono al vaglio per appurare se qualcosa di diverso dalla confessione resa può essere accaduta.

di Redazione20 Ott 2013 00:10
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