Operation Husky fa sosta a Ragusa
La perfetta macchina organizzativa della Operation Husky si è fermata oggi, come da programma messo a punto circa 4 mesi fa, anche a Ragusa. Tredici marciatori canadesi accompagnati dal suono di sei cornamuse di una piccola banda di connazionali, hanno sfilato per la Via Roma fino a giungere ai piedi del Monumento ai Caduti sul sagrato della Cattedrale di San Giovanni Battista. L’“Operation Husky 2013”, promossa dall’Associazione “Canada Company Quebec” ripercorrendo il vittorioso tragitto delle truppe alleate da Pachino a Palermo, intende ricordare tutti i militari caduti in Sicilia da quel 10 luglio del 1943 in occasione dello sbarco delle forze alleate sulla nostra isola. A fare gli onori di casa è stato il Sindaco Federico Piccitto che, alla presenza di autorità militari e rappresentanti delle associazioni combattentistiche, ha dato il benvenuto agli ospiti guidati dal capo della delegazione canadese Steve Gregory, ideatore della manifestazione. Sotto un sole cocente la cerimonia dell’alzabandiera ha visto momenti di imbarazzo perchè ci sono voluti parecchi minuti e numerosi sforzi da parte di volontari presenti in piazza San Giovanni prima che i vessilli italiano e canadese venissero issati sui due pennoni allestiti di fronte al Monumento ai Caduti. Poi ha preso la parola Steve Gregory che ha ricordato la partecipazione delle truppe canadesi alle operazioni di sbarco delle forze alleate in Sicilia dal 10 luglio “Lo spunto di organizzare questa manifestazione – ha detto – è stata preso da un progetto realizzato nelle nostre scuole con l’intento di far conoscere ai giovani questa importante pagina della storia che ricordiamo oggi a Ragusa”. Il Sindaco Piccitto oltre a ringraziare gli organizzatori della manifestazione ha voluto sottolineare la valenza dell’incontro ragusano. “Siamo qui – ha detto il primo cittadino – per ricordare tutti i soldati caduti lungo il percorso ed in particolare il 13 luglio del 1943 e soprattutto per affermare fortemente il principio che la guerra deve essere da tutti noi sempre rifiutata. Il sacrificio dei caduti deve servirci come monito e far sì che questi terribili episodi non debbano ripetersi mai più”.
L’improvvisazione con cui il Comune di Ragusa ha accolto il gruppo dei Canadesi è stata veramente inqualificabile. La cerimonia in piazza San Giovanni è cominciata con più di un’ora di ritardo, costringendo gli ospiti canadesi, i cittadini e le autorità presenti ad assistere, sotto il sole cocente, prima ai maldestri tentativi di issare due bandiere (italiana e canadese) sullo stesso pennone, poi all’attesa per la ricerca di un’altra bandiera italiana perchè ci si è accorti che quella esistente era troppo sporca e lacera; infine alla messa in opera di un precario secondo pennone rimediato e arrangiato alla meglio. Considerando che la manifestazione era stata ampiamente prevista da tempo, tutte queste operazioni si sarebbero potute fare prima, non sotto gli occhi di tutti, riducendo al minimo i disagi e i sudori, specie per chi era in divisa ed ha dovuto aspettare un’ora e un quarto che si cominciasse.
Alla fine della cerimonia poi, saluti reciproci e ognuno per la sua strada: il Comune non ha pensato nemmeno ad offrire un bicchiere d’acqua agli ospiti canadesi, tanto che un cittadino ragusano (che mi ha pregato di non essere citato), vedendo ciò, si è sentito in dovere di offrire una granita a tutti i canadesi presso il bar Italia, spendendo di tasca sua la somma di 40 euro, e cercando così di riparare ad una mancanza che non trova scuse…