Persero i scecchi e ora cercano i capistri.
E’ la filosofia spicciola dei ragusani che in fatto di proverbi non guardano ai santi, come invece fanno i catanesi, che lamentando la scomparsa del tesoro di sant’Agata si decisero a fare le porte di ferro. Da noi, che abbiamo un animo contadino, si dice invece che dopo aver fatto scappare gli asini dalle stalle cerchiamo le loro bardature. Insomma un modo di dire che si usa quando si pensa a fare una cosa necessaria con notevole e colpevole ritardo. E così il PdL ricomincia da tre, da Minardo, Mallia e Barone. Se non avessero fatto scappare, appunto, gli asini, la città di Ragusa oggi sarebbe in un’altra situazione, buona o brutta, non sappiamo, ma certamente diversa. Ora tornano tutti con la cenere sul capo per ricomporre il PDL. E cosa sarà questo partito? Sarà come è stato nel passato? Senza dialogo e indirizzato solo da alcune parti? Allora è meglio lasciare stare e fare qualche anno di purgatorio , come le squadre che vengono retrocesse in B e devono ricreare le condizioni per tornare in serie A. Ieri Cultrera ha incontrato Barone: ma cosa può avergli detto dopo la catastrofe elettorale della quale lui ha un bel po di colpe? Oggi Mallia, anche lui non senza peccato, anzi!, parla di non perdere l’opportunità di ricostruire il Pdl in città superando vecchi steccati, guardando al di là dell’immobilismo e puntando invece sull’essenza di quanto chiede l’elettorato ovvero l’unione, la compattezza, l’apertura. Non sappiamo se ci sono messaggi sub liminari quando l’ex vice presidente della provincia parla di compattezza e apertura ma si capisce che l’organigramma è sempre lo stesso. Mallia infatti dice : Sono sempre più convinto, confermando quanto detto sia dal coordinatore provinciale, on. Minardo, nonchè dal coordinatore cittadino, Cultrera, che da questo momento occorre avere il coraggio di mettersi in discussione, sollecitare un dibattito politico tra tutti, aperto e costruttivo, partendo proprio dagli errori e dai dati elettorali di queste settimane. La conclusione è , secondo Mallia, che c’è voglia di ritornare alla vecchia Forza Italia che dovrà essere il riferimento dei moderati e consentirà di recuperare entusiasmo e lo spirito vincente del ’94. Purtroppo però la frittata è stata fatta e la città che, sotto sotto, è democristiana o, in alternativa, di centrodestra si trova ad essere amministrata da chi non si sarebbe mai aspettato. Di chi la colpa? Sicuro dell’arroganza di chi era convinto che la gente continua a votare senza pensare. Forza Italia, con tutte le scusanti, era molto più rappresentata e variegata e ora bisognerebbe metterci gente nuova.