Un progetto per l’Ordine

ordine-giornalisti_grespScrive il giornalista Umberto Ginestra che è candidato al consiglio regionale dell’ordine dei Giornalisti .  Pubblichiamo la sua nota per informazione dei  colleghi che per caso si trovino a leggere il nostro giornale.

Cari colleghi, scrivo queste poche righe con qualche imbarazzo, per segnalarvi che ho deciso di dare ascolto ai colleghi che mi hanno proposto di candidarmi al Consiglio regionale dell’Ordine dei giornalisti. Così mi ritrovo a chiedervi il voto in vista delle elezioni di domenica, mettendo in conto stanchezza, disincanto, sfiducia in un Ordine la cui riforma strutturale è un po’ come l’araba fenice. Persino diffidenza. Perché lo faccio? Ovviamente, perché desidero dare il mio personale contributo. La casa letteralmente brucia: le mutazioni imposte dalla rivoluzione digitale, il dilagare dei social media, le trasformazioni economiche e culturali generate dalla crisi più lunga della storia recente, stanno facendo del mestiere di giornalista l’icona della destrutturazione, della parcellizzazione, dello sfruttamento, della precarietà. E il sottoscritto sta male quando incontra colleghi anche professionalmente bravi, persino avanti negli anni, costretti a inventarsi il modo di sbarcare quotidianamente il lunario. Né ha senso pensare di rinchiudersi dentro a un fortino che ormai fa acqua da tutte le parti.

Insomma, ecco poche cose – niente libro dei sogni – che per chi scrive andrebbero fatte. E bene:

1) Vigilanza e controllo seri in tema di deontologia e osservanza delle carte deontologiche che, per la Cassazione, sono “norme giuridiche obbligatorie valevoli per gli iscritti all’Albo”. La deontologia è troppo spesso un optional e questo mina la credibilità del giornalista, dentro e fuori alla categoria.

2) Gli uffici stampa. Un tema per il quale non è male riportare qualche passo della Carta di Roma (10 novembre 2011) che definisce quest’attività “una funzione prettamente giornalistica in quanto diffonde notizie per conto di…”. Ne sono pertanto esclusi, si legge, “differenti aspetti della comunicazione come relazioni pubbliche, relazioni con i cittadini, marketing e pubblicità”. Come dire che il giornalista deve sempre operare “nella consapevolezza che la propria responsabilità verso i cittadini non può essere condizionata o limitata da alcuna ragione particolare”. Pertanto è su questi fronti, che hanno a che fare con i principi di autonomia e veridicità, che va esercitato il controllo di legalità dell’Ordine.

3) Insieme con la Fnsi e con gli altri organismi di categoria, ciascuno per l’ambito di propria competenza, lotta vera al precariato che è diventato il modus della professione. Fuori dalle redazioni. E dentro a redazioni affollate di giornalisti sfruttati e sottopagati. L’Ordine ha il dovere di tutelare la dignità personale e professionale del giornalista, che è pre-condizione di un’informazione di qualità.

4) Stop all’abusivismo dilagante che mortifica e appiattisce, surrogando in mille modi la funzione giornalistica. Ricordo un uomo di governo che, a proposito di un giornale al centro della discussione, sbottò, testualmente, con un “perché bisogna pagare chi scrive?”. Ecco… Non occorrono commenti.

5) Formazione e aggiornamento professionale permanente e gratuiti per tutti (non solo per praticanti e disoccupati). Troppo spesso i giornalisti si distinguono per approssimazione, superficialità, improvvisazione, analfabetismo di ritorno. Ma la politica della formazione va attuata garantendo totale trasparenza sui criteri di selezione dei formatori.

6) Servizio legale gratuito sotto una soglia di reddito da definire per i colleghi che si ritrovino impelagati in controversie su temi di competenza dell’Ordine.

7) Inoltre, andrebbe messa in conto pure un’azione sul piano nazionale. L’attesa riforma ordinistica dovrebbe prevedere il ridimensionamento degli organi di governo della professione(pletorici e complessi) con l’intento di migliorarne l’efficienza e ridurne il costo. Snellire e favorire l’accesso al voto di tutti i giornalisti, anche di quelli che risiedono lontano dai centri, attuali sedi di seggio.

In questa nuova ed importante esperienza saranno  anche impegnati:

Mario Petrina già presidente nazionale dell’Ordine, Maria Pia Farinelli giornalista Rai e Peppe Gulletta della Gazzetta del Sud, candidati per il consiglio nazionale.

Candidati invece per il consiglio regionale oltre a Mario Papa direttore di Teleiblea,  sono Gisella Ciacciò della Gazzetta del Sud, Fabio Tracuzzi della Sicilia, Giovanni Iozzia giornalista economico, Alessia Cannizzaro specialista in produzioni multimediali, Gilberto Ginestra addetto stampa CISL e Salvo Messina  collega molto conosciuto nel Palermitano.

Quando si vota? Domenica 19 (primo turno) e domenica 26 per il turno di ballottaggio, nei seggi di Palermo (via Bernini 52-54), Catania e Messina. Urne aperte dalle 9,30 alle 17,30. Per il Consiglio regionale le preferenze sono sei. Sono tre per il Consiglio nazionale. Due per il Collegio dei revisori.

Grazie a tutti in anticipo

 

di Direttore18 Mag 2013 00:05
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