Disservizi zona artigianale, Cna elegge un comitato

CNA1Sarà un comitato a farsi portavoce con il Comune di Ragusa di tutti i disservizi esistenti all’interno della zona artigianale di contrada Mugno. I componenti dell’organismo sono stati eletti ieri sera a conclusione dell’assemblea degli insediati promossa dalla Cna territoriale nella sede di via Psaumida. Alla presenza del co-presidente delegato per le problematiche dell’area in questione, Massimiliano Di Maria, e della responsabile organizzativa, Antonella Caldarera (c’era anche il co-presidente Salvatore Bellina), sono state raccolte le lagnanze dei titolari delle piccole e medie imprese che hanno deciso di sollecitare il comitato a chiedere un incontro urgente con il commissario straordinario di palazzo dell’Aquila. “Abbiamo preso atto – dice Di Maria – di come le imprese siano arrivate allo stremo delle forze. C’è intanto un problema burocratico che va avanti da decenni. Basti pensare che il piano di lottizzazione della suddetta area risale al 1978. Ad oggi, però, la metà dei lotti risulta essere libera. Come se non bastasse, negli ultimi tempi, l’assegnazione è rimasta bloccata a causa di un ricorso che il Comune ha sì vinto ma a cui non è stato dato seguito, impedendo di sbrogliare l’intricata matassa. Qualche cifra? Al momento non si riesce a consentire l’insediamento di 18 opifici mentre altrettanti sono liberi e non si sa ancora a chi devono essere assegnati. Tutto questo, in un momento complesso come quello attuale, significa bloccare ogni prospettiva di resistenza legata alla difficile fase di crisi”. Liberando le imprese da lacci e lacciuoli di natura burocratica, sarebbe possibile fare girare l’economia locale. “Anche perché, non dimentichiamolo – continua Caldarera – le imprese di quest’area hanno effettuato investimenti importanti, riqualificando le proprie aziende, assumendo dipendenti, e in molte, però, sono state costrette a tagliare il personale e, addirittura, continuando questo stato di cose, si dicono disponibili ad abbassare le saracinesche delle proprie attività. Pagano le tasse ma i servizi non ci sono”. Tre esempi su tutti. La toponomastica che, nonostante le reiterate sollecitazioni, risulta ancora ferma all’anno zero. Il decespugliamento delle aree che, sebbene effettuato, non è stato completato nella maniera dovuta considerato che il materiale di risulta è rimasto abbandonato lungo le arterie stradali dell’intera zona. E a proposito di abbandoni, c’è anche il neo del conferimento di spazzatura favorito dal fatto che la pubblica illuminazione è pressoché inesistente. Quest’ultimo aspetto, poi, fornisce la possibilità ai malintenzionati di effettuare razzie all’interno delle aziende. “Sentire il Comune sostenere – chiarisce Di Maria – che non ci sono soldi non ci sta bene. Perché le nostre imprese pagano le tasse e chiedono che i servizi possano essere espletati in maniera completa. Ci confronteremo, ad ogni modo, con il commissario per ottenere risposte rispetto ai numerosi interrogativi che sono stati posti”.

di Redazione05 Mar 2013 11:03
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