Acate, fermato il “country rider”

incendio Acate2Aveva creato il panico nelle campagne acatesi dal novembre del 2011, quando il 7 di quel mese aveva dato fuoco ad un impianto serricolo coltivato a pomodori di 3000 mq, in quella Contrada Dirillo, di proprietà di un imprenditore agricolo di Vittoria, provocandone la distruzione parziale per un danno complessivo di 20.000 euro circa. A seguito di lunghe e prolungate indagini condotte dai Carabinieri della Stazione di Acate, è stato rintracciato nella giornata di ieri in Contrada Dirillo-Recinto, condotto presso la caserma di Via Neghelli e sottoposto a fermo di indiziato di delitto un cittadino marocchino di 32 anni, domiciliato ad Acate, celibe, disoccupato, con precedenti di polizia per reati contro il patrimonio e contro la persona, irregolare sul territorio nazionale.
Lo stesso è ritenuto responsabile oltre che del citato danneggiamento anche di un altro atto incendiario compiuto nel mese di dicembre 2012, quando il giorno di Santo Stefano aveva appiccato il fuoco ad un’azienda agricola sita in quella contrada “Pezza di Fico” di proprietà di due fratelli vittoriesi, distruggendo un deposito in legno, con all’interno gli impianti di irrigazione computerizzato ed elettrico, attrezzatura agricola varia, nonché due serre coltivate a pomodoro causando un danno complessivo di 10.000 euro circa. Tutti e due gli incendi venivano appicati con il semplice uso di un accendino, in quanto sul posto non era stato rinvenuto nessun contenitore o tracce di liquido infiammabile.
I militari della Stazione di Acate hanno altresì accertato che il cittadino marocchino oltre a dar fuoco alle citate aziende, si era reso responsabile anche di una serie di furti di elettrodomestici, attrezzature agricole, indumenti e alimenti (anche galline e tacchini) compiuti presso le aziende agricole dei medesimi coltivatori agricoli che avevano subito l’incendio, nonché nei confronti di un’altra azienda agricola sita in Acate – C.da Dirillo di proprietà sempre di un vittoriese. Nello specifico erano stati asportati, in più occasioni, dalle aziende e dalle loro pertinenze, un televisore, una bombola del gas ed utensili da lavoro, una macchina da caffè, uno stereo ed altro materiale. I tre imprenditori avevano denunciato tutto ai Carabinieri della Stazione di Acate, consegnando loro delle immagini di videosorveglianza interne all’azienda dalle quali era stato possibile individuare le fattezze fisiche del ladro. E’ altresì emerso che il fermato aveva lavorato alle dipendenze di una di queste aziende agricole, per pochi giorni, ed era stato mandato via a causa del suo scarso rendimento e dell’abuso di alcool, motivo per il quale è facile ipotizzare che il gesto fosse stata una ripicca per il suo licenziamento.
Dopo la sua identificazione, i Carabinieri della Stazione di Acate hanno proseguito la loro attività di indagine tesa a rintracciare il materiale oggetto di furto, mediante una perquisizione nella dimora del marocchino che altro non era che un casolare abbandonato, sito in Contrada Dirillo-Recinto di Acate. Al suo interno è stato possibile rinvenire gran parte del materiale asportato, il quale, previo riconoscimento dei citati imprenditori, venivano riconsegnati agli aventi diritto, tranne un televisore Samsung, una cucina a tre fuochi ed una bombola del gas che risultavano appartenere ad un altro coltivatore agricolo proprietario di un abitazione rurale sita nelle vicinanze della dimora del marocchino, il quale convocato in caserma, riconosceva gli oggetti come propri e formalizzava denuncia di furto. Nel corso della perquisizione i militari hanno anche sottoposto a sequestro una serie di indumenti utilizzati dal fermato nel corso delle sue azioni criminali e riprese dalle telecamere di sicurezza. E’ da precisare che nel corso dei suoi raid, il maghrebino si era anche reso responsabile del danneggiamento di porte, cancelli e soprattutto aveva tranciato i fili delle telecamere installate all’interno di un’azienda, che comunque avevano ripreso una parte della sua azione.
Infine, per comprendere la particolare pericolosità sociale dell’odierno arrestato basti pensare che lo stesso, nel corso delle sue scorribande, si è altresì reso responsabile del maltrattamento di un cane di sesso femminile tipo caccia taglia media, mediante ripetuti rapporti sessuali con lo stesso, avvenuti all’interno di una delle tre aziende. Nonostante i maltrattamenti, il cane è in buone condizioni fisiche.
A seguito dei fatti di cui sopra, al termine delle formalità di rito, lo stesso è stato condotto e associato presso la Casa Circondariale di Ragusa, a disposizione dell’ Autorità Giudiziaria iblea davanti la quale dovrà rispondere di ricettazione, violazione di domicilio, danneggiamento seguito da incendio, furto in abitazione, furto in azienda agricola aggravato dalla violenza sulle cose e dalla destrezza, maltrattamento di animali, danneggiamento, con il vincolo della continuazione oltre alle circostanze aggravanti dell’aver profittato di circostanze di tempo e di luogo ed avere commesso il fatto mentre si trovava illegalmente sul territorio nazionale.
Le indagini proseguono per accertare se lo stesso si sia reso responsabile di altri raid in altrettante aziende agricole dell’acatese e non si esclude che lo stesso possa essere stato il responsabile di altri incendi che hanno interessato la zona a confine tra Vittoria e Acate nonché di altri furti.

di Redazione05 Feb 2013 10:02
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